Morte Benedetto XVI, Valli: “Testamento Ratzinger invito alla fede, ora dimissioni Bergoglio più reali”
Il Papa emerito Benedetto XVI si è spento nella mattinata di oggi, 31 dicembre 2022. La morte di Joseph Ratzinger lascia diversi interrogativi aperti sulle celebrazioni che si terranno il prossimo 5 gennaioe sul futuro del Vaticano. Si tratta infatti di una serie di prime volte che si intrecciano in un solo evento: a presiedere le esequie del primo Papa emerito della storia, infatti, sarà Bergoglio, pontefice attualmente in carica.
Quello che è certo è che la cerimonia funebre sarà "solenne ma semplice", così come chiesto da Benedetto XVI nel testamento. "Saranno rispettati i desideri di Ratzinger – ha spiegato a Fanpage.it il vaticanista e saggista Aldo Maria Valli, titolare del blog "Duc in altum" – indicati in modo pratico nel testamento. Tutto sarà improntato sulla massima sobrietà".
Questa è una situazione senza precedenti, non si era mai visto il funerale di un Papa emerito tenuto dal successore i carica. Cosa accadrà ora? Non esiste un vero e proprio iter per la sepoltura di un Papa emerito.
Si seguiranno le volontà espresse dallo stesso Joseph Ratzinger. Nel suo testamento ci sono i dettagli pratici. Non ne siamo a conoscenza, ma da quel che è trapelato sappiamo che la richiesta è che tutto sia improntato alla massima semplicità e sobrietà.
E il luogo della sepoltura?
La tomba indicata dallo stesso Ratzinger è nelle grotte vaticane sotto la Basilica di San Pietro, nel luogo già utilizzato per Giovanni Paolo II prima della traslazione in una cappella laterale accanto alla Pietà di Michelangelo. Quanto al
lascito spirituale, è stato riferito che in un libro in uscita a gennaio, dal titolo "Nient’altro che la verità" scritto da monsignor Georg Gänswein, Benedetto XVI lancia questa richiesta: "Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!”.
A proposito del lascito spirituale, nel libro in uscita a gennaio Ratzinger avrebbe anche scritto che la Chiesa "con tutte le sue insufficienze è davvero il corpo di Cristo". Secondo lei si tratta di una critica all'istituzione o di un'indicazione per i fedeli?
Certamente è un’indicazione per i fedeli. Con quelle parole Benedetto XVI non fa che ricordare che cos’è veramente la Chiesa, istituzione voluta da Cristo e che, pur avendo una componente umana, resta di origine divina. Gli uomini di Chiesa possono dunque peccare, ma la Chiesa non appartiene a loro. Ricordando poi che la Chiesa è il Corpo di Cristo esorta a continuare a farne parte, a non andarsene.
La scomparsa di Benedetto XVI potrebbe cambiare le carte in tavola invece per quanto riguarda le ipotetiche dimissioni di Francesco?
Francesco ha detto di aver scritto la propria volontà in un foglio consegnato all’ex segretario di Stato, cardinale Bertone. In un’intervista ha spiegato di aver firmato le dimissioni, da rendere operative in caso di grave malattia. Dobbiamo quindi pensare che un giorno potrebbe dar seguito a questa volontà e certamente il fatto che il Papa emerito sia morto rende il tutto più praticabile, perché gestire la compresenza di due papi emeriti sarebbe stato alquanto complicato.
Al momento però lo stesso Francesco, riferendosi ai suoi problemi fisici, ha detto che si governa con la testa, non con le ginocchia. Tutto lascia supporre che intenda andare avanti, riservandosi di ricorrere eventualmente alle dimissioni in caso di impedimento che metta in giocole sue facoltà mentali.