Morte Andrea Prospero, si indaga su rete di truffatori che lo aveva adescato: “Un gruppo di 4 uomini”

Si continua a indagare sui rapporti virtuali intessuti da Andrea Prospero, il 19enne trovato senza vita in un appartamento di Perugia il 29 gennaio scorso. Nell'ambito dell'inchiesta sul suo decesso risultano indagate due persone: la prima, di soli 18 anni e accusata di istigazione al suicidio, avrebbe convinto Prospero a mandare giù le benzodiazepine che ne hanno poi causato la morte; mentre la seconda, sempre 18enne, è indagata per aver venduto gli psicofarmaci allo studente della facoltà di Informatica di Perugia.
Dopo le prime due iscrizioni al registro degli indagati (con tanto dimisura cautelare degli arresti domiciliariper il 18enne accusato di istigazione al suicidio in diretta su Telegram), si indaga per risalire a un gruppo di 4 persone, molto più grandi di Prospero, che avrebbe pianificato truffe online e finte vendite.
Secondo gli investigatori, i tre ragazzi, insieme a "Volpe", il giovane che si è inserito nella chat di gruppo negli ultimi istanti della vita di Prospero, sarebbero stati adescati da persone molto più grandi che dietro nickname e profili fittizi avrebbero organizzato truffe e vendite fasulle di prodotti sui social.
I reclutatori si sarebbero avvalsi dei giovani per aggirare ostacoli informatici e usufruire di strumenti per evitare senza troppi problemi i controlli in rete. A loro punta la Procura di Perugia che ha affidato le indagini alla Squadra mobile e alla Polizia Postale. Rintracciarli non sarà semplice: la chat ha è infatti stata costruita in modo da non conservare alcun messaggio in automatico e dal 24 gennaio, giorno in cui sono iniziate le ricerche di Andrea, c'è stato tempo per far sparire ulteriori prove.
Il sistema si basava, tra le altre cose, sull'irrintracciabilità (provata anche dal quantitativo di Sim telefoniche trovate tra le cose di Andrea e i 5 cellulari in suo possesso). Non è chiaro con quale livello di consapevolezza Prospero si prestasse a fare chiamate e inviare messaggi a potenziali "target", ma anche questo sarà appurato in una seconda fase dell'inchiesta.
Gli investigatori hanno anche scoperto che Prospero aveva pagato 7 dosi di ossicodone circa 170 euro: il 19enne aveva chiesto i farmaci al 18enne ora indagato. Prospero aveva anche acquistato Xanax senza ricetta. Da queste transizioni, gli inquirenti puntano a rintracciare altri complici.