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Morte Andrea Prospero, i legali: “La famiglia vuole la verità, potrebbe essere caduto in una trappola”

Secondo i legali Francesco Mangano e Carlo Pacelli, che assistono la famiglia di Andrea Prospero trovato morto a Perugia dopo la scomparsa, ci vorrà almeno un’altra settimana per capire cosa sia accaduto al 19enne e il contenuto dei cellulari trovati nel monolocale che lo studente aveva affittato di nascosto. Fondamentali i risultati degli esami tossicologici per chiarire la dinamica dei fatti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Servirà almeno un'altra settimana per conoscere i risultati degli esami tossicologici fatti sul corpo senza vita di Andrea Prospero, il 19enne trovato morto dopo la scomparsa a Perugia, in un monolocale che aveva preso in affitto di nascosto dall'8 al 31 gennaio e poi prorogato fino al 20 febbraio.

Bisognerà aspettare anche per i risultati delle indagini sulle 40 sim telefoniche e i cellulari rinvenuti nell'abitazione di Perugia dove il 19enne è stato trovato senza vita. La famiglia dello studente di Informatica iscritto alla facoltà di Perugia ha fatto sapere di volere "tutta la verità", anche nel caso in cui le indagini facessero affiorare cose poco piacevoli sugli ultimi mesi di vita di Prospero.

Il giovane viene descritto come un ragazzo buono, studioso e timido e secondo gli avvocati che seguono i genitori, i legali Carlo Pacelli e Francesco Mangano, il 19enne potrebbe essere finito in un brutto giro, forse attirato in una trappola.

La Procura indaga per omicidio contro ignoti, proprio per non lasciare nulla al caso. Non si esclude né l'ipotesi del malore e neppure quella dell'assunzione volontaria di farmaci. 

Questo dettaglio, che presto emergerà dagli esami tossicologici effettuati, potrà fornire delle risposte anche sulla posizione innaturale del corpo senza vita sul letto.

Sarà ascoltato anche l'intestatario della carta di credito trovata dalla Squadra Mobile nel water del bagno del monolocale preso in affitto da Prospero. L'intestatario sarebbe un giovane incensurato che dovrà spiegare alle autorità come mai la sua carta fosse nelle mani del 19enne e dovrà chiarire se nelle scorse settimane ne avesse denunciato per caso lo smarrimento.

L'altra carta di credito, trovata dalla sorella gemella Anna in un portafogli e da lei consegnata alla polizia, sarebbe invece intestata a un uomo di origini straniere non censito. La Procura sta indagando anche sulle transazioni effettuate dallo studente per prendere in affitto il monolocale senza dire nulla alla famiglia.

Secondo i legali, la corda trovata in bagno non può essere associata a un gesto volontario in quanto, secondo i primi rilievi, non sarebbe stata usata.

"L'analisi del contenuto dei cellulari è molto importante – hanno fatto sapere gli avvocati al Corriere Adriatico- perché potrebbero emergere elementi di interesse investigativo relativi a terzi.  Alla fine della prossima settimana potremmo avere un'idea sul contenuto dei dispositivi elettronici e sull'attività di Andrea online".

Secondo l'avvocato Mangano, è difficile che il 19enne abbia avuto "condotte dannose per terzi". "Andrea era un ragazzo buono, generoso e molto giovane. La famiglia vuole sapere la verità perché la sua ingenuità potrebbe averlo trascinato in una trappola".

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