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La morte di Alex Marangon

Morte Alex Marangon, si cercano prove della caduta nell’abbazia del rito sciamanico: sopralluogo con droni

L’indagine tecnica punta “alla ricerca di eventuali segni di caduta e delle possibili traiettorie” ha spiegato il procuratore capo di Treviso. Sul posto carabinieri e Vigili del Fuoco, l’avvocato della famiglia di Alex Marangon: “Ci dispiace che si continuano a fare accertamenti che invece dovevano essere condotti prima”.
A cura di Antonio Palma
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Grande dispiegamento di vigili del fuoco e carabinieri oggi all'abbazia di Vidor, nel Trevigiano, dove si procede a una serie di accertamenti investigativi per chiarire se e come sia caduto nel fiume Piave Alex Marangon, il 25enne di Marcon trovato morto il 2 luglio scorso, dopo la scomparsa durante un rito sciamanico a cui partecipava nell'abbazia sconsacrata. Sul posto dalle 9 di oggi, venerdì 12 luglio, sono intervenuti i Carabinieri del nucleo operativo di Treviso e i reparti fluviali Saf dei Vigili del fuoco che stanno esaminando palmo a palmo la scarpata sottostante la terrazza dell'abbazia da dove Alex Marangon potrebbe essere caduto.

L'indagine tecnica punta "alla ricerca di eventuali segni di caduta e delle possibili traiettorie” ha spiegato il procuratore capo di Treviso. Oltre alla ricerca di tracce ematiche e rami spezzati, che potrebbero essere sintomo di una caduta dall’alto, sul posto si sta procedendo a rilievi fotografici e si sta perlustrando anche la fitta boscaglia che ricopre la scarpata e la zona sotto il terrapieno con l’ausilio di droni. I vigili del fuoco specializzati in arrampicata, inoltre, sono stati incaricato di tracciare le potenziali traiettorie di caduta di una persona nel fiume Piave.

Alex Marangon
Alex Marangon

Gli accertamenti sul posto hanno avuto un’accelerazione dopo le affermazioni e il racconto dei partecipanti al rito sciamanico secondo i quali Alex si sarebbe allontanato volontariamente in preda a dei deliri e che loro lo avrebbero cercato per ore dopo aver sentito un tonfo. Gli stessi familiari del 25enne hanno sollecitato la Procura affinché fossero svolti tutti gli accertamenti del caso per ricostruire tutto quello che può essere accaduto al ragazzo quella notte della scomparsa, anche perché la prima ipotesi di un pestaggio e quindi di un omicidio al momento non è corroborata da altri elementi oltre l’autopsia.

Nel mirino il terrazzamento di pietra davanti all'abbazia e la scarpata sottostante, una parete alta 15 metri. Qui infatti il giovane potrebbe essere caduto o lanciato da qualcuno. Una ipotesi chiave per stabilire il reato da contestare. "Più che buttarsi, Alex potrebbe essere stato lanciato da qualcuno da un terrapieno" ha confermato anche l'avvocato Nicodemo Gentile, uno dei legali dei familiari del barista.

"Ci dispiace che si continuano a fare accertamenti che invece dovevano essere condotti prima. È necessario capire se ci sono delle situazioni che possono far dire che Alex è caduto o si è buttato da quel terrapieno, se ci sono alberi spezzati, rami, foglie o segni ematici" ha aggiunto il legale, chiedendosi: “I partecipanti al rito dicono che hanno sentito un tuffo dal belvedere dell'abbazia e alcuni hanno detto di aver sentito un grido e un tonfo. Perché allora non lo hanno cercato subito la sotto invece di cercarlo nei paraggi dell'edificio?".

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