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La morte di Alex Marangon

Morte Alex Marangon, 2 mesi prima raccontava all’amico del rito, gli esami tossicologici: “Assunse ayahuasca”

Alex Marangon avrebbe assunto ayahuasca: questo è quanto emerge dalle analisi tossicologiche svolte sul corpo del 25enne morto dopo un rito sciamanico nell’Abbazia di Vidor. Il giovane aveva anche inviato un audio a un amico nel quale spiegava ben due mesi prima della sua morte di dover svolgere un rito col decotto allucinogeno.
A cura di Gabriella Mazzeo
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"Sono arrivato in una casa condivisa, ora ho mangiato una pizza. Sembra che ci siano buone proposte, tante news. Ho già detto che lo faccio tutta la stagione e andrò a fare una cerimonia con l'ayahuasca". Inizia così l'audio registrato da Alex Marangon, il 25enne trovato morto a Vidor dopo un rito sciamanico nell'abbazia del Trevigiano tenutosi nella notte tra il 29 e il 30 giugno. La registrazione è nelle mani della redazione di Pomeriggio Cinque, il programma Mediaset tornato sul caso del barista 25enne di Vidor sul cui decesso è stata aperta un'indagine.

La trasmissione in onda su Canale 5 ha mandato in onda l'audio esclusivo inviato a un suo amico pochi mesi prima della morte. "Alex sapeva già da aprile che sarebbe andato a fare una prova con l'ayahuasca e abbiamo le prove sia tra i messaggi, sia nell'audio inviato all'amico – ha sottolineato il papà del giovane, ospite della trasmissione condotta da Myrta Merlino -. Ho ancora un messaggio in cui chiesi ad Alex dove sarebbe andato di preciso. Lui mi disse che sarebbe partito per Vidor, che poi gli avrebbero mandato la posizione esatta".

Alex Marangon, 25 anni
Alex Marangon, 25 anni

Nella notte tra il 29 e il 30 giugno, secondo quanto emerge dalle analisi del sangue coordinate dalla tossicologa Donata Favretto, Alex Marangon avrebbe effettivamente assunto un decotto di ayahuasca. Quella che fino a venerdì è stata solo un'ipotesi oggi diventa una certezza nel fascicolo di indagine sulla morte del 25enne. Durante il rito nell'Abbazia di Vidor, dunque, il giovane ha assunto il decotto allucinogeno degli sciamani.

Ora rimane da capire come sia morto il 25enne, ma il risultato dell'esame tossicologico offre una svolta concreta nelle indagini della Procura di Treviso. Sarà fondamentale anche per capire che direzione dare all'accusa di omicidio. Secondo il racconto di alcuni partecipanti, il 25enne si era allontanato dal gruppo che stava cantando per sparire nel buio mostrandosi anche molto nervoso. I partacipanti avrebbero raccontato di aver chiamato i soccorsi intorno alle 7 del mattino dopo averlo cercato invano. Il suo corpo è stato ritrovato solo il 2 luglio su un isolotto del Piave, a 4 chilometri dall'Abbazia della cerimonia.

Secondo quanto emerso dall'esame autoptico, sul corpo del ragazzo vi erano delle forti fratture incompatibili con l’ipotesi di una caduta o di un suicidio. Questo aveva aperto la pista a un delitto compiuto da terzi, non ancora individuati. Dopo pochi giorni c'era stata l'ispezione dei vigili del fuoco nel dirupo dell'Abbazia: il sopralluogo aveva ulteriormente confermato la teoria degli inquirenti perché sul posto non era stato trovato alcun ramo spezzato.  

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