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Morte 18enni disabili nel pulmino finito sui binari, patteggia autista che non dichiarò le crisi epilettiche

Ha patteggiato la condanna a 2 anni e 6 mesi l’autista del pulmino di Pontetaro che nel 2021 finì sui binari del treno. A bordo vi erano due ragazzi disabili di 18 anni, morti nello scontro con il regionale Piacenza-Ancona. L’autista non dichiarò il peggioramento delle sue crisi epilettiche ai medici incaricati dal datore di lavoro di valutare la sua idoneità alla guida. La sua posizione è stata attenuata dalla mancanza del guardrail sul tratto stradale dove avvenne l’incidente.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Pontetaro
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Il 18 novembre 2021, un pulmino passò sotto il viadotto dell'A15 finendo sui binari del treno dove poi venne travolto. Nell'impatto morirono Nathan Vincenzo Kouli e Maane Anas, due giovani disabili di 18 anni che stavano tornando da scuola. Il conducente e l'accompagnatrice dei due studenti erano riusciti a uscire dal buss poco prima dell'impatto con il regionale Piacenza-Ancona. La tragedia fu causata da una curva a gomito tirata dritta dal conducente del veicolo.

L'incidente mortale avvenne a Pontetaro e colpì profondamente l'opinione pubblica. L'autista 57enne residente a Fidanza, ha patteggiato 2 anni e 6 mesi, sostituiti con i lavori di pubblica utilità per la durata della pena. L'uomo, così come ricorda la Gazzetta di Parma, è accusato di omicidio stradale e induzione al falso ideologico. Per lui è stata anche decretata la sospensione della patente per due anni.

L'autista era affetto da cardiopatia ed epilessia e, seppure non sia stato possibile chiarire cosa sia accaduto a bordo del furgone prima dell'incidente, non avrebbe comunicato alla specialista che aveva in cura e al medico incaricato dal datore di lavoro di valutare l'idoneità alla mansione, il peggioramento della sua epilessia con crisi frequenti.

L'uomo non avrebbe comunicato il peggioramento delle sue condizioni in almeno 3 occasioni ai medici incaricati dal datore di lavoro di valutare la sua idoneità alla guida. Il tutto è emerso durante il processo a suo carico. La Commissione medica gli aveva rinnovato la patente nel 2021 non riscontrando peggioramenti o criticità.

La posizione dell'autista è stata attenuata dal fatto che in quel tratto stradale mancava il guardrail, una protezione che avrebbe impedito al pulmino uscito fuori strada di finire sui binari. Attutita per questo motivo anche la condanna del conducente, accusato di omicidio stradale e induzione al falso ideologico.

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