Morta per sfuggire a uno stupro, l’amica di Martina racconta quella notte da incubo: “Ecco cosa accadde”
Precipitata dal balcone per sfuggire a uno stupro. Questa la ricostruzione dell'accusa al processo per la morte di Martina Rossi, che oggi ha visto sfilare in aula come testimoni le amiche della studentessa genovese trovata cadavere nella piscina di un hotel a Palma di Maiorca il 3 agosto 2011. "Ho urlato, non capivo cosa era successo, mi sono trovata davanti a una situazione incredibile. Non sapevo neppure dove ero" ha detto dal banco dei testimoni, in lacrime, Isabella, una delle due compagne di viaggio che divisero con la ragazza quella vacanza sull'isola spagnola finita con la morte.
Imputati al processo celebrato nel tribunale di Arezzo sono i due 27enni toscani Alessandro Albertoni e Luca Vanneschi, accusati del tentato stupro avvenuto all'interno della loro camera d'albergo, dalla quale Martina è precipitata in piscina. Per i due – intercettati mentre attendevano di essere interrogati dalla polizia mentre si compiacevano del mancato ritrovamento di segni di stupro sul corpo di Martina, quando ancora di stupro non si parlava- la difesa invoca l'estraneità alle accuse. Secondo Albertoni e Vanneschi la ragazza si sarebbe suicidata.
Perché mai avrebbe dovuto togliersi la vita mentre si godeva le vacanze con le amiche? Se lo sono chiesto e lo hanno chiesto ai testi il pm Roberto Rossi, del presidente del collegio, Angela Avila. "Ricordo che Martina era preoccupata per l'università ma era una ragazza come siamo tutte a quella età a tratti felice, a tratti no – dice Isabella – Non avevo mai visto scatti di aggressione fisica. Avevamo avuto un mini litigio la sera prima ma solo verbale".
Se di suicidio non si è trattato, allora perché Isabella è precipitata? Chi si trovava con lei in quel momento? "Alessandro – ha proseguito Isabella – poco prima aveva bussato alla porta della nostra camera dicendo che Martina era impazzita, diceva di essere l'infinito, che amava ed odiava. Mi disse di salire che c'erano problemi. Io uscii e incontrai Luca che disse che Martina aveva preso la rincorsa e si era lanciata".
Stride in questo scenario, agli occhi della presidente del collegio giudicante, Angela Avila, il fatto che le amiche di Martina non siano andate a vederla subito dopo la notizia della tragedia. "Dopo aver saputo che Martina era caduta io ho avuto un totale blackout" si difende Isabella. "Sono brutti ricordi e dopo sette anni non riesco a focalizzare ulteriormente".