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Morta per overdose a 15 anni a Verona: il pusher le ha venduto droga in cambio di sesso

Il 34enne arrestato sabato scorso in relazione alla morte di N.J. – di 15 anni – avrebbe venduto dosi di cocaina all’adolescente, rivelatesi poi letali, in cambio di un rapporto sessuale.
A cura di Davide Falcioni
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Immagine di repertorio
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Lo spacciatore di 34 anni arrestato sabato scorso in relazione alla morte di N.J. – la quindicenne trovata senza vita dai carabinieri lo scorso 27 gennaio a San Bonifacio (Verona) in un appartamento abbandonato – avrebbe venduto dosi di cocaina all'adolescente, rivelatesi poi letali, in cambio di un rapporto sessuale. È quanto emerge dalle indagini condotte dagli uomini dell'Arma su una vicenda che ha riacceso i riflettori sul dramma del consumo di sostanze stupefacenti tra i giovanissimi.

Il 34enne, attualmente detenuto nel carcere veronese di Montorio, è accusato di morte come conseguenza di altro delitto: il pusher è un soggetto senza fissa dimora, irregolare sul territorio nazionale e già conosciuto dalle forze dell'ordine. Le indagini hanno evidenziato come l’uomo fosse attivo nella vendita di droga in tutto il comprensorio di San Bonifacio e nei paesi limitrofi. Su di lui – spiega una nota diramata nei giorni scorsi dagli inquirenti – c'è "un grave quadro indiziario".

Il corpo della quindicenne era stato trovato dai carabinieri il 27 gennaio a San Bonifacio (Verona): giaceva sul pavimento di una casa Ater abbandonata e piena di spazzatura. Quell'edificio al pianterreno era diventato negli ultimi mesi il ritrovo di consumatori di droga tanto che, secondo un’amica sentita dai carabinieri, N. era stata lì anche la settimana prima di morire. La ragazzina, purtroppo, aveva una lunga storia di dipendenza, tanto che i genitori tre anni fa – quando era appena dodicenne – l'avevano portata a San Patrignano. Secondo la madre, l'adolescente sarebbe stata venduta allo spacciatore da una donna brasiliana: "Faceva prostituire mia figlia, si prendeva i soldi e le dava poi le dosi di cocaina".

Proprio per questa ragione le indagini dei carabinieri non si sono fermate con l'arresto del pusher 34enne ma sono continuante e hanno portato all'iscrizione nel registro degli indagati di altre due persone, anche loro per morte come conseguenza di altro delitto. Si tratta di due conoscenti di N. che nei giorni precedenti al decesso avrebbero organizzato e partecipato a diversi incontri che prevedevano il consumo di cocaina.

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