Morta Lucy Salani, l’unica trans italiana sopravvissuta ai lager nazisti
È morta alle soglie dei 99 anni Lucy Salani, l'unica transessuale italiana uscita viva dai campi di sterminio nazisti. A darne notizia su Facebook Luca Paladini, portavoce dei Sentinelli di Milano e consigliere regionale lombardo di Patto Civico: "La nostra tesserata onoraria Lucy Salani non c'è più. Una vita lunga dove ha conosciuto l'orrore dei campi di concentramento e poi la libertà di voler essere se stessa".
Nata nel 1924 a Fossano come Luciano Salani, era cresciuta a Bologna come uomo gay. Antifascista, disertò il servizio di leva obbligatorio e dopo l'armistizio venne deportata nel campo di lavoro forzato di Bernau, in Germania, da cui riuscì a fuggire prima di essere catturata e internata nel campo di concentramento di Dachau, dove fu contrassegnata con il triangolo rosso, simbolo che distingueva i disertori e prigionieri politici dagli ebrei. Salani riuscì a sopravvivere per sei mesi nel campo e il giorno della liberazione da parte degli Alleati, poco prima di abbandonare il lager, venne ferita a una gamba dalle truppe naziste che cominciarono a sparare sui prigionieri: Salani fu ritrovata tra i cadaveri degli altri internati.
Dopo la guerra, Lucy visse tra Torino e Roma, e trascorse un periodo anche a Parigi. Negli anni Ottanta, a Londra, si sottopose all’operazione di cambio del sesso, senza tuttavia cambiare il suo nome all’anagrafe. Sempre nello stesso periodo si trasferì a Bologna, dove è rimasta fino alla morte. La vita di Lucy Salani è stata raccontata nel libro del 2009 "Il mio nome è Lucy. L’Italia del XX secolo nei ricordi di una transessuale" di Gabriella Romano e nel documentario realizzato dalla stessa Romano "C’è un soffio di vita soltanto", uscito nel 2021. È stata anche intervistata nel documentario "Felice chi è diverso", diretto da Gianni Amelio e uscito nel 2014.
"Sono stato bambino, figlio e figlia, soldato, disertore e prigioniero, madre, prostituta e amante. Ma qualsiasi persona sia stata, posso dire con convinzione di essere stata sempre me stessa", diceva di sé. "Lucy – ricorda Arcigay sui social – è stata una giovane poetessa e donna transgender riuscita a sopravvivere all'orrore del campo di concentramento nazista di Dachau. La sua vita è simbolo di Resistenza e di memoria storica. Il ricordo di Lucy vive nei nostri cuori e ci spinge a lottare con ancora più forza per affermare l'immenso valore dell'autenticità delle nostre vite". Anche Anpi Milano, che le aveva consegnato la tessera nei mesi scorsi, così come i Sentinelli e tanti attivisti oggi sui social ricordano l'attivista, unica trans italiana sopravvissuta ai lager.