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Morta in piscina, tragedia forse causata da gioco tra bambini a chi restava sott’acqua più tempo

Un gioco tra bimbi potrebbe essere stata la causa dell’incidente avvenuto al bagno Texas di di Marina di Pietrasanta. Lo riporta Il Tirreno. Nel frattempo le immagini delle telecamere della piscina non sono state salvate: Procura apre indagine per distruzione di prove fondamentali.
A cura di Biagio Chiariello
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Un gioco a chi stava più tempo sott’acqua in piscina. È l’ipotesi più inquietante che emerge dalle indagini sul dramma di Sofia Bernkopf, la 12enne di Parma ritrovata senza conoscenza nella piscina del bagno ‘Texas’ di Marina di Pietrasanta e morta all’Opa di Massa nonostante i disperati tentativi dei medici di salvarla. A riportarlo è il Tirreno. Va comunque specificato che al momento non vi è alcun conferma ufficiali da parte degli inquirenti: ma, secondo quanto si è potuto apprendere, all’origine della tragedia potrebbe esserci davvero un gioco di resistenza in apnea tra bambini finiti nel peggiore dei modi: Sofia potrebbe essere rimasta attaccata con i capelli al bocchettone della piscina idromassaggio. Senza riuscire più a liberarsi, fino ad annegare. Sicuramente maggiori risposte si avranno dall’autopsia eseguita dal dottor Stefano Pierotti sabato scorso sul corpo della bimba. Pare comunque esclusa l’ipotesi del malore da congestione. Per la morte di Sofia sono stati iscritti nel registro degli indagati per omicidio colposo i proprietari del bagno Texas, Edo Cafissi, le figlie Elisabetta e Simonetta, i loro mariti Mario Marchi e Giampiero Livi, oltre ai due bagnini Emanuele Fulceri e Thomas Bianchi.

Le immagini delle telecamere della piscina non sono state salvate: Procura apre indagine

Nel frattempo dall’inchiesta è emerge un altro particolare dall’inchiesta sulla tragedia di Pietrasanta. Quello relativo ai filmati delle telecamere del bagno Texas che avrebbero potuto far luce su quanto accaduto nella piscina idromassaggio e la morte di Sofia. Ma nonostante il sequestro disposto dal pubblico ministero Salvatore Giannino, dei video non c’è traccia. La Nazione scrive che non sarebbero stati salvati, tanto da costringere la Procura di Lucca ad aprire un nuovo filone d’indagini nei confronti di una multinazionale del settore della tecnologia e dell’informatica: alcuni responsabili saranno indagati per distruzione di prove d’indagine e per aver dichiarato il falso.

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