Morta dopo vaccino AstraZeneca, oggi l’autopsia sul corpo di Camilla, i legali: “Non era malata”
È Il giorno dell’autopsia sulla salma di Camilla Canepa, la 18enne deceduta a Genova per trombosi del seno cavernoso sedici giorni dopo aver partecipato ad un Open Day per la somministrazione del vaccino anti Covid AstraZeneca. Un esame fondamentale per accertare l’esatta causa di morte della ragazza che, secondo i famigliari, non aveva patologie pregresse ma che, secondo quanto riscontrato all’ospedale di Lavagna a cui si era rivolta pochi giorni dopo il vaccino, aveva invece una patologia autoimmune, la piastrinopenia, una carenza di piastrine cronica che potrebbe aver contribuito all’improvviso aggravamento della situatone clinica della giovane fino al decesso. L’esame post mortem, affidato al medico legale Luca Tajana e all’ematologo Franco Piovella, sarà fondamentale anche per capire se il vaccino ricevuto il 25 maggio nella sua cittadina, Sestri Levante, abbia avuto un ruolo chiave nel decesso della 18enne.
Per la famiglia di Camilla Canepa, la ragazza non aveva patologie pregresse al momento del vaccino o comunque non ne era conoscenza e per questo sulla scheda per l’anamnesi consegnata al personale medico durante il vaccino non erano indicati problemi di salute. “Camilla non aveva alcuna patologia e tutto ciò che è stato riscontrato all’ospedale di Lavagna, al giorno del vaccino non esisteva” ha dichiarato infatti il legale della famiglia della diciottenne, l’avvocato Angelo Paone. Fondamentale però resta da capire perché, come emerso in questi giorni, nessuno si sia allarmato quando la ragazza ha iniziato ad accusare i primi malesseri dopo aver avviato una terapia con farmaci ormonali appena quattro giorni dopo il vaccino.
La terapia le era stata prescritta dal medico per una patologia ginecologica ma già il 3 giugno Camilla si era sentita male ed era andata all’ospedale di Lavagna. Qui durante l’acceso al pronto soccorso la ragazza aveva spiegato ai medici sia di aver fatto il vaccino sia di aver preso quei farmaci. Sottoposta ad alcuni accertamenti come la Tac e dopo una notte in osservazione, però, era stata dimessa. Il giorno dopo i sintomi sono peggiorati e Camilla è finita di nuovo in ospedale portata da un’ambulanza al policlinico San Martino di Genova. I medici l’hanno operata più volte per i coaguli di sangue ma purtroppo non sono riusciti a salvarla.