Morta dopo dose di AstraZeneca, si indaga sulle cure ormonali di Camilla e sul legame col vaccino
Continuano le indagini sulla morte di Camilla Canepa, la 18enne di Sestri Levante deceduta giovedì scorso all'ospedale San Martino di Genova dove le è stata diagnostica trombosi del seno cavernoso dieci giorni dopo aver partecipato ad un Open Day per la somministrazione del vaccino anti Covid AstraZeneca. Nelle prossime ore i carabinieri del Nas consegneranno alla procura cartelle cliniche e scheda anamnestica della vaccinazione, in una riunione con i magistrati che si occupano dell'inchiesta, poi domani sarà disposta l’autopsia, affidata al medico legale Luca Tajana e all’ematologo Franco Piovella, che lo affiancherà. Tra le domande a cui gli esperti saranno chiamati a rispondere c'è il ruolo di alcune cure ormonali a base di Progynova e Dufaston che la ragazza aveva assunto il 29 maggio, quattro giorni dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino a vettore virale.
Gli investigatori dovranno ora scoprire con l'ematologo della Procura se e in quale modo queste cure possano aver interagito con il vaccino Vaxzevria di AstraZeneca e se possano aver giocato un ruolo nella tragedia. Nel frattempo la stessa Procura ha chiesto anche all’avvocato Angelo Paone, che assiste i familiari della 18enne, qualsiasi carta che possa dare informazioni sullo stato di salute della giovane. Secondo i genitori, infatti, Camilla non soffriva di piastrinopenia autoimmune ereditaria, una carenza di piastrine cronica, inserita dall’ospedale di Lavagna, al quale la giovane si era rivolta due volte dopo alcuni sintomi, nella relazione fornita al policlinico San Martino di Genova, che aveva accolto infine la studentessa. Per sciogliere quest'altro nodo, è probabile che fra i primi a essere chiamati a fornire le proprie considerazioni, come riporta il quotidiano Il Secolo XIX, ci sarà il medico di base della ragazza, Pierfrancesco Mazzini. I pm vogliono infatti capire a fondo la questione della malattia autoimmune. Anche perché, se fosse confermata, avrebbe forse potuto essere il motivo per inserire Camilla tra i soggetti "fragili", vale a dire quelli che, per condizioni pregresse, dovevano essere segnalati proprio dal medico di base per poter ricevere il vaccino Pfizer o Moderna, indicato per queste categorie invece di AstraZeneca, di cui l'uso era stato raccomandato dal Ministero per gli over 60.