Morta dopo caduta da teleferica in Valle Anzasca: primo sopralluogo del perito dove è avvenuto l’incidente
È stato effettuato il primo sopralluogo a Calasca Castiglione dell'ingegnere Paolo Pennacchi, il consulente incaricato dalla procura di Verbania per fare chiarezza sulle cause e la dinamica dell'incidente che ha portato alla morte di Margherita Lega, la 41enne residente in provincia di Trento che ha perso la vita precipitando in un dirupo trascinata da una teleferica messa improvvisamente in funzione.
La donna è rimasta nel vuoto per diversi interminabili secondi, mentre il marito e i due figli, di 5 e 7 anni, assistevano impotenti alla scena. Al momento sul registro degli indagati è stata iscritta una sola persona: l'uomo di 71 anni di Villadossola che ha azionato l'impianto.
Il perito salito in Valle Anzasca
Il perito è salito ieri, martedì 9 luglio, in Valle Anzasca con i Carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Verbania, insieme ai colleghi della stazione di Bannio Anzino e del reparto operativo del comando provinciale. La teleferica, che è tuttora sotto sequestro, è stata rimessa in movimento per verificarne le condizioni e le modalità di funzionamento. Da verificare anche tutti gli aspetti relativi a permessi e autorizzazioni.
Pennacchi, specializzato in impianti a fune, è stato già consulente durante l'incidente probatorio della funivia del Mottarone. L'esperto avrà 90 giorni per depositare la relazione finale sugli aspetti tecnici ed autorizzativi dell'impianto dove è avvenuto l'incidente mortale. In Comune intanto è stata acquisita la documentazione relativa all'installazione dell'impianto, avvenuta nel 2013.
Il corpo della vittima cremato a Domodossola
Intanto, il corpo di Margherita Lega è stato cremato a Domodossola, dopo che la Procura della Repubblica di Verbania ha dato il nulla osta alla celebrazione delle esequie e dopo che era stata allestita la camera ardente a Croppo di Trontano.
Le ceneri della donna sono partite ieri in giornata alla volta di Fiavè, il piccolo centro in provincia di Trento dove la donna viveva con il marito e i due figli. I resti della 41enne in un luogo caro a lei e alla sua famiglia, il cimitero di Saviore dell'Adamello, centro del Bresciano ai piedi del massiccio a cavallo tra Trentino e Lombardia.