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Morta Augusta Schiera, da 30 anni chiedeva verità sull’omicidio del figlio Antonino Agostino

Dalla morte del figlio, agente di polizia ucciso insieme alla moglie incinta nel 1989, si era battuta col marito alla ricerca della verità. Augusta non si era arresa nemmeno di fronte alla terribile malattia che l’aveva colpita e che infine l’ha portata via nelle scorse ore al’età di 80 anni. “Rappresentava la vera Antimafia, quella della ricerca della verità” ha commentato il presidente della Commissione Antimafia.
A cura di Antonio Palma
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La Sicilia dice addio a un simbolo dell'antimafia, a una donna coraggiosa, caparbia e inflessibile nella ricerca della verità. Si è spenta nella scorse a Palermo Augusta Schiera, mamma dell'agente di polizia Antonino Agostino, ucciso nell'agosto 1989 insieme alla giovane moglie, Ida Castelluccio e al figlio che questa portava in grembo. Da allora la signora Augusta si era battuta senza tregua  insieme al marito Vincenzo perché emergesse la verità  su quanto caduto a figlio e nuora. "Mio figlio ha sacrificato la sua giovane vita, quella della moglie e del figlio che la moglie teneva in grembo, per lo Stato. Finché avrò un filo di vita continuerò a lottare per avere giustizia" ha continuato a ripetere fino all'ultimo.  Augusta non si era arresa nemmeno di fronte la terribile malattia che l'aveva colpita e che infine l'ha portata via nelle scorse ore al'età di 80 anni.

Fino a quando era stata bene aveva continuato a sfilare nei cortei antimafia e a girare l'Italia col marito per parlare della sua storia soprattutto a giovani e ragazzini ripetendo che la verità sulla morte del figlio “è dentro lo Stato”. Tanti infatti sono stati negli anni i depistaggi, le bugie i misteri mai risolti dietro la morte di  Antonino Agostino. L'agente di polizia, ufficialmente solo un poliziotto della squadra Volanti della questura di Palermo, in realtà si occupava di mafiosi e al momento della sua morte stava indagando sul fallito attentato dell'Addaura al giudice Falcone e lo stesso magistrato, presente ai funerali, disse: "Io a quel ragazzo gli devo la vita".

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La vita di  Augusta e della famiglia  Agostino cambiò per sempre il 5 agosto 1989 mentre tutti erano riuniti per festeggiare il compleanno della sorella dell'agente. Il poliziotto era all'esterno della villetta con la moglie quando due uomini a bordo di una motocicletta lo crivellarono di colpi insieme alla donna.  I genitori sentirono tutto ma quando uscirono dovettero assistere alla drammatica scena dei corpi straziati senza poter fare nulla. Subito partirono i depistaggi tra fantasiosi moventi passionali e insabbiamenti   a cui però Augusta no aveva mai creduto. La sua battaglia la proseguirà il marito, che da allora ha promesso di non tagliarsi la barba fino al giorno in cui conoscerà la verità.

"Un delitto che non ha avuto ancora una verità e rappresenta una pagina oscura della nostra Repubblica. Un omicidio pieno di depistaggi. Augusta e Vincenzo genitori di Nino rappresentano la vera Antimafia, quella della ricerca della verità. Instancabili non solo nel voler fare luce sulla morte del figlio ma anche nel testimoniare la volontà di non arrendersi ed educare alla Legalità i giovani", ha commentato il presidente della Commissione Antimafia. "Augusta Schiera ha rappresentato la fermezza e il coraggio dell'impegno civile per la verità e la giustizia, la dolorosa ma incessante battaglia per fare luce su eventi tragici della nostra città e del nostro paese. Palermo ha perso il suo sorriso triste ma proseguiremo con Vincenzo il suo impegno, per dare finalmente giustizia ad Agostino, Ida e tutte le vittime della mafia"  ha scritto invece il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.

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