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Morta a 7 anni mentre fa il bagno a mare: disposta l’autopsia, due indagati per omicidio colposo

Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati per la morte della bimba di 7 anni verificatasi domenica scorsa a Lido di Classe (Ravenna): la piccola stava facendo il bagno con il papà e il cuginetto quando è stata travolta da un’onda. Disposta l’autopsia.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine di repertorio.
Immagine di repertorio.

La Procura di Ravenna ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e disposto l'autopsia sul corpo della bimba di 7 anni morta dopo essere stata travolta da un'onda mentre faceva il bagno in mare a Lido di Classe insieme al papà e a un cuginetto, originari di Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia.

La tragedia si è verificata domenica 25 giugno: la piccola si era allontanata col genitore nonostante il forte vento e il mare mosso, tanto è vero che a detta dei presenti c'era bandiera rossa, quando è improvvisamente arrivata un'onda che l'ha travolta. Mentre il papà e il cuginetto sono riusciti a riemergere subito, lei è stata spinta sott'acqua. Così, quando i bagnini, subito intervenuti, l'hanno recuperata, è apparsa già cianotica e priva di conoscenza.

Sul posto erano presenti anche un medico e un operatore del 118, entrambi fuori servizio, che hanno prestato aiuto nel tentativo di rianimare la bimba praticando un massaggio cardiaco prolungato fin quando non sono arrivati i soccorsi.

È stata trasferita a quel punto prima all'ospedale di Ravenna e poi al Sant'Orsola di Bologna, dove infine si è verificato il decesso dopo aver trascorso la notte tra domenica e lunedì scorsi in coma farmacologico. Su cui il pubblico ministero Monica Gargiulo vuole vederci chiaro, disponendo l’autopsia e inviando una richiesta di rogatoria affinché venga effettuata proprio a Bologna.

Al momento gli iscritti nel registro degli indagati sono due, ma si tratta di un atto dovuto, per consentire agli stessi di potere essere presenti all’esame autoptico, attraverso un proprio legale e consulente medico, e di potersi così difendere da subito. Contattata, la famiglia si è limitata a far sapere, attraverso le parole della madre della piccola, che "chi c’era ha visto cosa è successo".

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