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Morì in ospedale per la lesione di un’arteria coronarica: la famiglia risarcita con 900mila euro

Nel 2017 una donna di 67 anni era morta in ospedale dopo aver riportato la lesione di un’arteria mentre si sottoponeva ad alcuni accertamenti. Oggi, a distanza di 7 anni dai fatti, l’Asl Imperiese ha disposto nei confronti dei suoi familiari, che avevano subito presentato denuncia, un risarcimento di oltre 900mila euro.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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Nel 2017 era deceduta in ospedale dopo aver riportato la lesione di un'arteria coronarica, oggi l'Asl Imperiese ha liquidato nei confronti dei suoi familiari un risarcimento complessivo di oltre 900mila euro. 

Come è stato ricostruito dai quotidiani locali, la vittima, una donna residente a Soldano e che all'epoca dei fatti aveva 67 anni, era stata ricoverata d’urgenza all’ospedale di Imperia dove le era stata diagnosticata un'ischemia. Subito dopo era stata sottoposta ad accertamenti medici, durante i quali, per un tragico errore, aveva subito la lesione dell’arteria.

In seguito all'episodio, i familiari della 67enne aveva presentato una denuncia a cui era successivamente seguito il contestuale procedimento giudiziario nei confronti dell’Asl. L'indennizzo liquidato alla famiglia, a distanza di 7 anni dai fatti, è di 886.240,95 euro, a cui si aggiungono 22.200,13 euro a titolo di risarcimento delle spese legali, per un totale di 908.414,08 euro.

I legali della famiglia hanno fatto sapere che l'obiettivo non era tanto il risarcimento economico, quanto evidenziare errori medici per prevenire casi simili in futuro, come si legge sui quotidiani liguri che hanno ripercorso la vicenda a partire dall'inizio e fino al suo epilogo.

La famiglia ha dichiarato inoltre che la coronarografia a cui si era sottoposta la 67enne era stata programmata, pur essendo invasiva e non necessaria in assenza di urgenza. L’operazione era stata portata avanti nonostante la presenza di fattori di rischio anatomici specifici della paziente, che hanno poi condotto alla lesione che ha causato il decesso della donna.

L’obiettivo della famiglia era che la vicenda venisse trattata con accuratezza per sensibilizzare e migliorare la Sanità pubblica e sicuramente non per infierire sui sanitari che si sono trovati a svolgere l'operazione.

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