Morì a 43 anni nello studio del dentista, il medico rinviato a giudizio per omicidio colposo
Il dramma che ha coinvolto Doriana Scardigno, una donna di quarantatré anni di Molfetta, in provincia di Bari, scomparsa durante una seduta odontoiatrica, continua a sollevare interrogativi e tensioni. Il dentista Vito Paolo Sassi, responsabile del suo trattamento, è stato rinviato a giudizio con l'accusa di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario.
Il Tribunale di Trani, capoluogo di provincia della Puglia, ha emesso il rinvio a giudizio del medico, difeso dall'avvocato Tullio Bertolino. Questo passo cruciale nella vicenda è arrivato dopo l'imputazione coatta di Sassi, che è stata disposta lo scorso giugno dal giudice per le indagini preliminari Ivan Barlafante.
La famiglia della vittima, unita nel dolore, è rappresentata dall'avvocato Andrea Calò e si è costituita parte civile nel processo. Il decesso di Doriana Scardigno è avvenuto il 13 gennaio del 2022 nel contesto del trattamento odontoiatrico.
Tuttavia, le perizie e l'esame autoptico eseguiti all'epoca non sono riusciti a fornire una chiara comprensione di quanto sia accaduto. Inizialmente, la procura di Trani aveva richiesto l'archiviazione del caso, ma l'opposizione della famiglia ha portato al rinvio a giudizio del medico.
La prima udienza del processo è prevista per il prossimo 12 aprile e sarà presieduta dal giudice monocratico del Tribunale di Trani, Sara Pedone.
Doriana Scardigno, originaria di Molfetta, era un architetto molto conosciuta nella zona. All'epoca della tragedia, venne ricordata così da un'amica su Facebook: "Sono le 3.30 di un quasi venerdì, gelido e pungente. Avete presente una lama affilata che con precisione maniacale vi squarcia il cuore? Ecco, quella lama ha trafitto me, togliendo quella luce immensa che Doriana sapeva regalare".