Montrecassiano, anziana morta in casa la Vigilia di Natale aveva chiesto aiuto a centro antiviolenza
Rosina Cassetti, la donna di 78 anni uccisa in casa il giorno della Vigilia di Natale, si era rivolta a un centro antiviolenza e ci sarebbe dovuta tornare martedì prossimo per parlare con alcuni avvocati. Intanto, per la sua morte, sono indagati il marito, la figlia e il nipote. Proprio i familiari avevano lanciato l'allarme, raccontando che un ladro si fosse introdotto nella casa di Montecassiano, dove vivevano insieme, aggredendoli. Un racconto che però non avrebbe trovato molti riscontri: gli agenti non avrebbero riscontrato né segni di effrazione, né indici di un'aggressione violenta sul corpo della vittima. Bisognerà comunque aspettare i risultati dell'autopsia.
Emergono altri particolari, tuttavia, sulla situazione in cui viveva Rosina Cassetti. Si era rivolta al centro Sos Donna di Macerata, dove sarebbe dovuta tornare tra qualche giorno per parlare con i legali. Ora per la sua morte sono indagati il marito, Enrico Orazi (81 anni), la figlia Arianna (48 anni) e il figlio di quest'ultima, e nipote della vittima, Enea (21 anni). Vivevano tutti insieme nella villetta a schiera di Montecassiano. È stata la figlia a lanciare l'allarme la sera del 24 dicembre. Ai militari ha raccontato che un ladro si sarebbe introdotto in casa, picchiando lei e la madre e chiudendo il padre nel bagno. Lei sarebbe stata legata e ammutolita e si sarebbe potuta liberare solo al ritorno in casa del figlio, che era uscito nel pomeriggio. Una volta libera, si sarebbe accorta della morte della madre. Forse un infarto per lo spavento, ha raccontato ancora ai militari.
Nel frattempo però iniziano a emergere una serie di particolari. Le amiche della vittima hanno raccontato agli inquirenti una difficile situazione in casa. Che sarebbe iniziata da quando la figlia di Rosina si è trasferita dai genitori. La vittima sarebbe stata costretta a vivere da sola in un piano della casa e si sarebbe lamentata di non avere accesso né all'acqua calda o al riscaldamento, di non poter usare l'auto o ricevere telefonate. "Noi ci sentivamo inermi di fronte a questi racconti, ma avevamo capito che il quadro familiare era ormai compromesso", avrebbe detto un'amica.