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Monti: “Non ho niente in comune con questa sinistra”

L’attuale premier interviene a La7 e sbarra la strada alla certezza che nel dopo-voto si risolva positivamente l’accordo con il centrosinisra. Il nodo resta Vendola e il professore non esclude ipotesi differenti. Sul finale lo scontro con Oscar Giannino.
A cura di Andrea Parrella
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Mario Monti presenta il simbolo della sua lista

L'attuale premier, candidato di Scelta Civica, interviene al programma di La7 L'Aria che tira, condotto da Myrta Merlino. Parole forti per il centrosinistra, che per Monti si arrogherebbe il diritto di utilizzare come eventualità un'alleanza con i centristi di Monti che, a quanto pare, è meno certa di quanto si faccia apparire. E la stonatura rispetto all'unione di fatto attestatasi ieri a Milano tra Vendola e Bersani è evidente. Monti dice esattamente:

Io non ho e non avrò niente in comune con questa coalizione di sinistra

La notizia ulteriore è che il presidente non esclude il profilarsi di un'altra ipotesi, quella di Scelta Civica eletta per calamitare gli scontenti di quel sistema politico che ha fallito nei confronti dell'Italia:

Voglio essere una calamità per il bipolarismo che non ha preso le giuste decisioni per l'Italia e una calamita per le persone che non si trovassero più a loro agio nei due poli.

Ha caricato di importanza questo aspetto durante il corso della puntata e non c'è dubbio che questa complessa questione degli scontenti venga fortemente corroborata da Mario Monti, il quale ritiene evidentemente indispensabili, per la sopravvivenza del suo movimento, i cosiddetti "transfughi". Lui non ama il termine, anzi sostiene che sia del tutto naturale che esistano esponenti di parti politiche cristallizzate in quello schema classico bipolare che lui tanto condanna, e che hanno trovato nel suo movimento l'elemento di rottura di logiche d'azione politica fallimentare negli ultimi vent'anni.

Due confronti hanno caratterizzato l'intervento di Monti alla trasmissione di La7: il primo con una donna "esodata" presente in studio che ha narrato la sua drammatica vicenda e l'attuale stato di indigenza in cui versa. Pur ammettendo i difetti di forma della legge Fornero il premier ci ha tenuto a fare presente che il suo governo si sia assunto, in tre settimane, la responsabilità di fare una legge che la politica precedente aveva assolutamente scansato per almeno un ventennio. Inoltre, nel finale, Monti si è dato il cambio con Oscar Giannino, leader di Fare per fermare il declino che qualche giorno fa, in uno dei suoi tweet al vetriolo ha accusato Monti di avere in lista candidati evidentemente coinvolti in una situazione conflittuale di interessi con Fiat e, di conseguenza Chrysler e il governo americano. C'è stato un piccolo botta e risposta, pur condito da stima reciproca, che Monti ha commentato così:

Se non ci trovassimo nel bel mezzo di una campagna elettorale, questa sarebbe una dichiarazione nei confronti della quale si sarebbe già provveduto a procedere per vie legali.

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