Mettiamola così: se davvero, come sostengono con una sola voce D'Alema e Letta, il risultato politico del vertice di Bruxelles è l'avvicinamento di Monti alle tesi dei progressisti europei di concerto con il Presidente Hollande, diremmo che la questione spending review è il momento migliore per dimostrarlo. Perché a ben guardare permane una "certa distanza" fra l'orientamento del Governo italiano e quello dell'esecutivo transalpino, pur in presenza dello stesso obiettivo, il pareggio di bilancio, e tutto sommato di un "pregresso" simile (con la convergenza fra le scelte in materia dei governi Sarkozy e Berlusconi). Da una parte Monti ed il commissario straordinario Enrico Bondi pensano a tagli lineari ed ad uno snellimento di oltre 100mila dipendenti della pubblica amministrazione, attraverso il meccanismo del blocco del turn over, della rinuncia ai dirigenti e del ricorso a mobilità e prepensionamento.
Dall'altra il Presidente francese che studia un piano simile per quanto riguarda i tagli, con l'ipotesi di riduzione annua del 2,5% dei dipendenti pubblici (che trova fortemente contraria la gauche di Melenchon) ed un taglio dei manager pubblici. A cambiare però è la "destinazione d'uso" dei fondi reperiti tramite i tagli. In Francia infatti servirebbero ad assumere 60mila dipendenti nella scuola e 5mila agenti di polizia. Insomma, la distanza è sul modello di Paese che Monti ed Hollande hanno in mente. Perché c'è enorme differenza fra "tagli lineari necessari a frenare la spesa pubblica" ed una riorganizzazione della spesa finalizzata a dirottare risorse su un settore cruciale come quello dell'istruzione. Soprattutto considerando che la drammatica situazione occupazionale del nostro Paese dovrebbe essere considerata una vera priorità per l'esecutivo. In tal senso la posizione dei sindacati appare più che legittima, con la Camusso che ha sottolineato come "pensare a un'operazione sugli organici della Pubblica Amministrazione significherebbe infatti immaginare una riduzione dei servizi, senza dimenticare che soprattutto nel Mezzogiorno il pubblico funge anche da ammortizzatore sociale". Preoccupazioni che non possono essere bollate semplicemente come il "residuo di un'ideologia che ha fatto dell'assistenzialismo pubblico" la sua unica proposta politica, ma che devono essere valutate in tutta la loro portata, perché no, anche sulla scia del diverso orientamento di cui sembra farsi portatore il socialista Hollande. Insomma, pur nelle differenze specifiche, Monti e Bondi sono ancora in tempo a "copiare" il compagno di banco. Ed in questo caso non sarebbe neanche sbagliato.