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Monfalcone, la città che ha vietato il cricket a suon di multe: “Rischio per incolumità pubblica”

La comunità bengalese di Monfalcone ha denunciato il boicottaggio che l’amministrazione locale avrebbe messo in atto per vietare il cricket nella cittadina in provincia di Gorizia. L’ex sindaca leghista però replica: “È pericoloso, si facciano il loro campo”.
A cura di Antonio Palma
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"Dicono che il cricket non è per l'Italia. Ma è perché siamo stranieri", così un rappresentante della comunità bengalese di Monfalcone ha denunciato il boicottaggio che l’amministrazione locale avrebbe messo in atto per vietare nella cittadina in provincia di Gorizia il popolare sport delle ex colonie britanniche. Una denuncia che vede nel mirino la ormai ex sindaca leghista Anna Maria Cisint che però dal suo canto ribatte che è solo a cusa del “rischio per l'incolumità pubblica”.

Le denuncia della comunità bengalese locale è scattata attraverso le pagine della Bbc che in un articolo ha raccolto il loro sfogo, raccontando di multe da 100 euro che hanno costretto gli appassionati di cricket a spostarsi lontano dalla città, vicino all'aeroporto di Trieste. Stando al loro racconto, per mesi gli appassionanti sarebbero stati presi di mira dalla polizia locale tanto che nella città che aveva anche un cricket club ora non si vede più nemmeno una partita. "Se giocassimo a Monfalcone, la polizia arriverebbe subito per fermarci", ha affermato il capitano della squadra Miah Bappy.

“Se si gioca a cricket in aree vietate con rischio per l'incolumità pubblica, è doveroso che il Comune faccia in fondo la propria parte con tutti i provvedimenti che si rendono necessari" ha replicato in una nota Anna Maria Cisint, che di recente ha lasciato l’incarico di primo cittadino dopo essere stata eletta al Parlamento europeo ma che è rimasta come assessora nella giunta locale.

“Monfalcone non può avere il cricket come una priorità e neppure come un'esigenza collettiva perché nello sport stiamo dando valore e qualificando gli impianti esistenti. Se si vuole realizzare un impianto di questo genere, in un'area privata e nel rispetto di ogni regola di sicurezza, se lo facciano gli interessati, come è avvenuto per altri giochi del genere come il padel" ha aggiunto.

Nella stessa nota, però, l’ex sindaca di Monfalcone non nasconde la sua "battaglia contro il processo di islamizzazione" che "punta a cancellare la nostra identità culturale e sociale".  Del resto sempre lei in passato ha intrapreso una dura battaglia contro i centri islamici di preghiera, facendoli chiudere per mancata autorizzazione. Alla Bbc ha sottolineato “non hanno dato nulla a questa città, alla nostra comunità. Zero. Sono liberi di andare a giocare a cricket ovunque ma fuori da Monfalcone”.

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