Monaci siciliani diventano maestri birrai: “Così nasce la birra di San Martino”
A San Martino delle scale si arriva dopo una serie di ripidi curvoni che da Monreale, città arabo-bizantina in provincia di Palermo, conducono fino alla vetta. L'abbazia dei monaci benedettini è immersa nel bosco. Qui vivono ancora 12 frati che rispettano rigorosamente le regole di un tempo: "E' come vivere nel Medioevo" confida don Riccardo Tumminello, 25 anni, il più giovane dei monaci del monastero di San Martino che ci accoglie sull'uscio del complesso monumentale.
Da oltre 10 anni i frati benedettini, grazie alla collaborazione dell'associazione Hora Benedicta e ad un birrificio della Sicilia orientale, producono oltre 4.500 litri di birra all'anno. "Il segreto? La spiritualità" che ci accumuna, raccontano. E pensare che tutto è nato quasi per scherzo dopo l'intuizione di un anziano frate, don Peppino, esperto in produzione di liquori.
Nel 2011 i frati decisero di partecipare ad un concorso di homebrewer, una competizione tra mastri birrai che esponevano il loro prodotto artigianale, presentando la loro birra bionda. "Quando abbiamo vinto il primo premio abbiamo capito che dovevamo darci da fare e bisognava investire sulla produzione della birra – racconte fra' Riccardo – Così abbiamo deciso di sperimentare la produzione anche di una birra scura".
Per poter degustare la bevanda dei monaci di San Martino bisogna entrare nel monastero e visitare la bottega dei frati. Il prodotto, infatti, non viene commercializzato ma viene prodotto solamente per passione. "La nostra associazione contribuisce alla produzione di diverse centinaia di bottiglie ogni anno – spiega Carmelo Di Fatta, vice presidente dell'associazione Hora Benedicta – Per poter trovare il prodotto finito sullo scaffale occorrono circa tre mesi di lavoro, ma siamo sicuri che il nostro prodotto è genuino".
Nonostante la pandemia abbia rallentato la produzione della birra, la voglia dei benedettini rimane immutata. "Speriamo di completare la produzione delle nostre birre con l'introduzione anche di una rossa" ci confida don Riccardo prima di congedarsi e tornare alla vita monastica di ogni giorno.