Molestie nel ciclismo femminile, Maila Andreotti “Il c.t. Salvoldi entrava anche se ero nuda”
Maila Andreotti, ex ciclista professionista di 25 anni, ha conquistato 20 titoli italiani su pista prima di smettere improvvisamente proprio quando era ad un passo dalle Olimpiadi di Tokyo. La giovane è la prima atleta a parlare dei casi delle presunte molestie nell’ambito della pluripremiata nazionale femminile di ciclismo. Già sentita in procura, così come l’ex coordinatore azzurro Silvio Martinello che ha spiegato di aver segnalato una serie di episodi analoghi alla Federciclismo senza che venissero presi provvedimenti verso i responsabili della nazionale, tuttora in carica. Sia Martinello, sia l’ex tecnico hanno citato il c.t. azzurro Dino Salvoldi.
Quest’ultimo avrebbe avuto atteggiamenti sconvenienti anche alla presenza della Andreotti:
“Diceva: ‘Lascia la porta della camera aperta’. E lui entrava in qualsiasi momento, che tu fossi vestita o no”.
La 25enne poi in un ‘intervista al Corriere della Sera precisa: “Io fisicamente da Salvoldi non sono mai stata molestata. Le ragazze che hanno avuto rapporti con lui erano tutte consenzienti. Io sollevo la questione psicologica, non fisica. Certe cose non vanno bene a priori”. La prime sensazione che ci fosse qualcosa di sbagliato Maila l’ha avuta nel Maggio 2012: “avevo 16 anni. Ai pre campionati europei juniores e under 23 in Portogallo c’erano nuovi tecnici e massaggiatori. Ebbi la sensazione che Dino Salvoldi (il commissario tecnico della nazionale, ndr) trattasse le ragazze in modo diverso. Con me era professionale, con qualcuna molto più aperto”.
Il marcio l’ho visto la prima volta che ho incontrato un certo massaggiatore. Mi faceva domande strane, faceva battute un po’ spinte, entrava nella mia camera senza bussare e mi diceva “spogliati” prima dei massaggi”.
La Procura generale del Coni ora si dice pronta a seguire l’inchiesta in caso di una eventuale archiviazione frettolosa o se non venissero sentiti tutti i testimoni necessari.