Mohamed Gaaloul resta in carcere: “Potrebbe fuggire, è stato l’ultimo a vedere Alice Neri viva”
Secondo il tribunale del Riesame di Bologna, è "improbabile" che Alice Neri possa aver programmato altri appuntamenti con terze persone dopo l'incontro con Gaaloul e l'aperitivo con il collega Marco Cuccui.
"Nessun elemento probatorio – sottolinea il tribunale – è stato acquisito circa l'eventuale programmazione per quella nottata di altri appuntamenti con terzi. Alice Neri aveva già trascorso oltre sette ore allo Smart Cafè insieme al collega Cuccui. Risulta quindi difficile credere che possa aver visto qualcun altro dopo le 3″.
Con questa motivazione, i giudici hanno rigettato la richiesta di scarcerazione del 29enne Mohamed Gaaloul, ad oggi il principale sospettato per l'omicidio. In sostanza, il Riesame ha confermato integralmente l'ordinanza cautelare evidenziando anche l'improvviso viaggio all'estero dell'indagato prima dell'arresto e ritenendo ancora sussistente il pericolo di fuga. Per chi indaga, inoltre, il 29enne è stato l'ultimo a vedere viva la giovane prima del ritrovamento del corpo carbonizzato avvenuto il 18 novembre scorso.
Il tribunale ha posto l'accento sulle testimonianze che accertano il loro incontro prima di lasciare lo Smart Cafè in auto e sottolinea che nonostante le condizioni dell'automobile (probabilmente bruciata subito dopo il delitto) e l'impossibilità di ricostruire il movete e le dinamiche dei fatti, l'ipotesi più credibile resta quella relativa all'omicidio volontario.
"Ho letto la motivazione e non mi convince – ha affermato il difensore del 29enne -. Credo sia frutto di una lettura non particolarmente attenta da parte del Riesame. I giudici si stupiscono che si possa immaginare che la vittima avesse un appuntamento alle 5.30 del mattino con qualcuno quando, dagli stessi atti in loro possesso, emerge che il giorno prima Alice aveva visto qualcuno alle 5.40. Faremo ricorso per Cassazione per evidenziare una serie di incongruenze".
Nel frattempo, la difesa ha chiesto un ulteriore incidente probatorio legato all'analisi dei pantaloni rinvenuti a casa di Gaaloul. Secondo Ghini, l'indumento è lo stesso indossato dal 29enne la sera del 17 novembre, poco prima dell'omicidio. Si attende inoltre il deposito degli esiti degli accertamenti medico-legali effettuati sui resti della 32enne.