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Moglie e figlio muoiono in sala parto, Christian percorre 4600 km a piedi per i bimbi malati

La bellissima storia di Christian Cappello e del suo giro d’Italia per beneficenza. Dopo la morte in sala parto della sua compagna e del suo piccolo Leonardo, il 40enne si è messo in viaggio a piedi per tutta l’Italia per promuovere la onlus #Marta4kids e raccogliere fondi per i bambini malati di fibrosi cistica. E il 18 febbraio tornerà a casa.
A cura di Biagio Chiariello
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E’ passato quasi un anno da quel 2 aprile. Avrebbe dovuto essere il giorno della nascita del suo piccolo Leonardo. E invece Christian Cappello non solo ha perso il figlio, ma anche la compagna Marta Lazzarin, deceduta in sala parto all'ospedale San Bassiano il 29 dicembre 2015. Ecco, proprio quello stesso giorno Christian ha deciso di cominciare il suo viaggio a piedi per l’Italia, raccontando la sua esperienza online sul suo sito già molto popolare blogdiviaggi.com e raccogliendo fondi per la ricerca sulla fibrosi cistica per la onlus #Marta4kids. Christian l’ha fatto “donare e fare del bene, convertendo rabbia e dolore in amore, sorrisi e speranze”, come ha scritto nel suo blog. Il suo viaggio si concluderà il prossimo 18 febbraio e, per l'occasione, la sua Bassano Del Grappa, si sta preparando per onorare al meglio la sua immensa impresa che l'ha portato a girare tutto lo Stivale sfidando qualsiasi condizione meteo: 4600 chilometri invece dei 3973 previsti alla partenza e soprattutto 110 mila euro raccolti per la ricerca.

Christian ha raccontato come in questi mesi sia diventato una sorta di Forrest Gump: “E’ successo tante volte che qualcuno spuntasse dal nulla dietro una curva per fare un pezzo di strada con me. Magari anche solo un chilometro, delle volte tutto il percorso del giorno che mediamente è stato di trenta chilometri. Quando io arrivavo alla meta loro andavano in hotel, io da chi mi ospitava. In tutti questi mesi ho camminato da solo soltanto 15 giorni”. E ancora racconta come in tutto questo tempo ci sia sempre stato qualcuno che gli ha offerto un tetto sotto il quale dormire: “Non ho speso niente, sono andato in albergo solo tre notti per non togliere un letto ai terremotati che volevano ospitarmi. Non avevo certo previsto le scosse… Delle volte arrivavo alla meta con venti persone al seguito e incredibilmente c’era chi preparava una tavolata per tutti”.

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Nel corso di oltre duecento giorni di viaggio, Christian ha conosciuto migliaia e migliaia persone: grazie a loro, è riuscito ad andare avanti; lo ha fatto visitando luoghi come ospedali, case e paesi da nord a sud, e scoprendo la forza della beneficenza e della solidarietà. I momenti difficili non sono mancati: Un giorno di questi ha scritto un messaggio su facebook: “Sto malissimo”. La stessa sera l’ha chiamato l’assistente di Papa Francesco: “Sto seguendo con ansia il tuo cammino. Come va?”. E poi ha parlato anche con Bergoglio in persona. “Stavo facendo la doccia e ho visto sul cellulare: numero sconosciuto. Di solito non rispondo ma quella volta l’ho fatto” ricorda Chris al Corriere della Sera. “E sento: ‘Ciao, sono papa Francesco’. Ovviamente penso a uno scherzo. Sto in silenzio per dieci secondi e poi mi butto e dico: sì vabbè. Quindi?. E lui: ‘Volevo dirti che ho ricevuto la tua lettera’. Quando ha cominciato a parlarmi del testo ho capito che era davvero lui, che quella era veramente la lettera che gli avevo scritto. Gli ho detto: mi scusi, sono un peccatore. Mi ha incoraggiato. La sua telefonata è stata un’altra delle mille cose straordinarie di quest’anno di strada”.

Nel frattempo il viaggio di Christian continua e lui racconta tutto su Blogdiviaggi. Questo uno dei suoi ultimi scritti: "Ad ogni passo penso che nulla di ciò che sto facendo è invano, che la cura per i piccoli è vicina ed io sto cercando di fare del mio meglio. Una delle parti più importanti della mia vita è aiutare chi ne ha bisogno, sto spendendo al meglio il mio tempo anche se a volte non è per nulla facile".“

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