Modica, va in ospedale per un’ernia, ma le perforano l’intestino: così è morta la signora Concetta

Ricoverata per un’ernia, si è ritrovata con l’intestino perforata e una setticemia rivelatasi fatale. Protagonista del presunto caso di malasanità all'ospedale Maggiore di Modica, in provincia di Ragusa, è stata la 65enne Concetta Cannizzaro. I suoi familiari hanno presentato una denuncia nella quale ricostruiscono l’accaduto: la Procura di Ragusa ha aperto un’indagine con l’ipotesi di omicidio colposo e ha iscritto nel registro degli indagati, anche come atto dovuto, sette medici del nosocomio siciliano, disponendo l'autopsia sulla salma.
Setticemia fatale dopo un'operazione d'ernia
Stando a quanto ricostruito, la donna, che a causa di un altro presunto errore medico, nel 2010, aveva subìto un intervento di astomia con applicazione di un sacchetto intestinale per i bisogni, il 7 luglio era stata ricoverata nel reparto di Chirurgia del Maggiore di Modica per asportare un’ernia stomale sul fianco sinistro sorta in prossimità appunto dell’astomia e per spostare sul lato destro la sacca: un’operazione programmata dal primario e sulla carta di routine. Dopo l'operazione la 65enne ha cominciato sin da subito a manifestare gonfiare dell'addome, nausea e, soprattutto, un vomito ininterrotto. A seguito di una Tac per verificare la natura delle complicanze post-operatorie, la donna è stata riportata sotto i ferri per un’occlusione intestinale. Stando a quanto denunciato, la signora a seguito del primo intervento aveva subito un blocco intestinale e durante la seconda operazione, resasi necessaria, le sarebbe stato perforato l’intestino, il che aveva portato alla setticemia. Il 14 luglio Concetta Cannizzaro è morta.
La denuncia dei familiari
I familiari ora vogliono capire cosa sia accaduto e hanno presentato un esposto chiedendo all’autorità giudiziaria di accertare se la morte della loro cara possa addebitarsi a responsabilità mediche da parte dei medici che l’hanno avuto in cura. L’indagine è stata affidata al pm Martina Dall’Amico. Il magistrato ha disposto il sequestro di tutta la documentazione clinica.