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Modena, famiglia vuole sangue No Vax per il figlio: giudice sospende potestà genitoriale

Il tribunale per i minorenni di Bologna ha sospeso provvisoriamente la potestà genitoriale alla madre e al padre del bimbo del modenese che per motivi religiosi vogliono che il sangue delle trasfusioni necessarie a un intervento chirurgico provenga da donatori non vaccinati contro il Covid.
A cura di Davide Falcioni
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Il tribunale per i minorenni di Bologna ha sospeso in via provvisoria la potestà genitoriale alla madre e al padre del bambino del modenese che per motivi religiosi vogliono che il sangue delle trasfusioni necessarie a un intervento chirurgico a cui il piccolo deve essere sottoposto, per curarlo da una cardiopatia, non venga prelevato da vaccinati contro Covid-19. Il 2 febbraio la Procura per i minorenni aveva presentato ricorso. A quanto si apprende, è stato nominato tutore il servizio sociale competente per territorio. Nei giorni scorsi il giudice tutelare di Modena aveva accolto le ragioni del policlinico Sant'Orsola sulla necessità dell'intervento e sulla sicurezza del sangue. Dal canto suo la famiglia del bimbo aveva chiarito – attraverso il suo legale – di non aver "mai negato il consenso all'intervento, chiedendo tuttavia "per motivi di carattere religioso" che il sangue della trasfusione venisse da soggetti non vaccinati.

Perché i genitori del bambino non vogliono sangue di vaccinati

Il papà e la mamma del bambino, originari di Sassuolo, da tempo si sarebbero già attivati con un tam-tam in chat e ambienti No Vax per cercare donatori non vaccinati, trovandone una quarantina disponibili. In un primo momento era trapelato che la loro preoccupazione fosse legata al fatto che il sangue dei vaccinati contro il Covid potesse nuocere al figlio, convinzione che tuttavia non ha alcuna valenza dal punto di vista scientifico. L'avvocato ha confermato invece che i genitori rifiutano il sangue dei vaccinati per motivazioni religiose: non accettano che al piccolo venga somministrato sangue di persone vaccinate con sieri che utilizzerebbero in fase sperimentale e/o di produzione cellule umane ricavate da feti abortiti volontariamente. Anche questa – tuttavia – è una credenza basata sulla disinformazione che circola sul vaccino anti Covid. Sull'episodio si è espresso anche il dottor Giuseppe Di Mauro, presidente della Società italiana di pediatria preventiva e sociale: "Non consentire una trasfusione al proprio figlio che ne ha bisogno è assurdo, è davvero impossibile pensare che possa accadere una cosa del genere. Si tratta di una questione di vita o di morte. Anteporre i propri ideali alla salute del proprio figlio è davvero improponibile".

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