Mobilitazione militare russa, Di Paola a Fanpage.it: “Mossa chiara, Putin è in grossa difficoltà”
Vladimir Putin ha annunciato oggi la mobilitazione militare parziale in Russia e l’aumento della produzione di armamenti per far fronte agli sviluppi della Guerra in Ucraina, dando un nuovo slancio all’invasione russa e minacciando di essere pronto a usare anche armi nucleari in caso di minacce dirette alla Russia da parte dell’Occidente. Secondo il Ministro della Difesa si tratta di circa 300mila uomini reclutati tra riservisti con esperienza di combattimento o qualifiche speciali. Dei possibili risvolti di questa decisione Fanpage.it ne ha parlato con l’ammiraglio Gianpaolo Di Paola, già capo di stato maggiore della difesa ed ex presidente del comitato militare della NATO.
Putin ha firmato il decreto per la mobilitazione militare parziale promettendo anche nuovi armi, questa decisione che sviluppi avrà a livello militare nella Guerra in Ucraina?
Questa mossa è di una chiarezza lampante. Putin è in grossa difficoltà, sia dal punto di vista militare che politico. Di fronte all’offensiva Ucraina che sta avendo successo sia nella parte nord orientale sia al sud, anche se in misura minore, ha dovuto prendere atto della realtà e cioè che non è in grado di resistere all’offensiva ucraina. Le stesse minacce di nuove armi o eventuali utilizzo di armi nucleari nasce dalla consapevolezza di dover andare oltre l’Operazione Speciale o è destinato a perdere i territori precedentemente conquistati. Anche l’accelerazione sui referendum nelle zone occupate vanno in questo senso, lo scopo è fare diventare quei territori Russia e quindi giustificare poi la mobilitazione e l’uso di ogni mezzo.
La mossa potrebbe avere conseguenze in patria dove alle iniziali notizie di una mobilitazione si era già diffusa la paura? Lo stesso Ministro si è affrettato a chiarire che non c'è alcuna mobilitazione di studenti e ragazzi.
Putin sta perdendo, sa di aver fatto un grosso errore strategico e sta cercando di trovare qualche formula per limitare la sconfitta. Anche in Russia c’è un disagio su quello che sta accadendo. Non potendo perdere perché poi rischia che venga fatto fuori a Mosca, allora gioca due carte: da un lato quella della mobilitazione parziale, per poter disporre di nuovi uomini che resistano alla controffensiva ucraina, e dall’altra annettendo le zone occupate per poter poi giustificare un eventuale uso di ogni mezzo e dire ai russi che lo scopo era fare rientrare nella madre patria le terre che appartengono ai filorussi e che dunque l'obiettivo è raggiunto e la guerra si può anche fermare.
Ma l’afflusso di nuovi uomini e armi russe al fronte non potrebbe essere sintomo di una volontà di una nuova offensiva da parte di Putin e del Cremlino?
Non ritengo sia una svolta, ritengo che sia la misura militare che Putin, alla disperata, sta mettendo in atto quantomeno per reggere, per mantenere quello che fino adesso ancora controlla. Non ritengo assolutamente che questo sia il presupposto per una eventuale offensiva russa, è un rinforzo, la mossa per riuscire a limitare le perdite perché con le armi e gli uomini ora in campo probabilmente l’offensiva ucraina non la regge e rischia di perdere i territori occupati.
Nel suo discorso Putin ha minacciato di nuovo l’Occidente, sostenendo che è stata la Nato a voler prolungare la guerra inviando armi a Kiev per i propri interessi.
È la solita retorica di Putin, una propaganda per poter giustificare quello che ha fatto, si rende conto di aver fatto un madornale errore, come gli ha ribadito anche il premier indiano Modi, e cerca di mascherare così la sua azione immotivata, illegale e ingiustificata. La Guerra continuerà perché la vuole continuare Putin non perché l’occidente vuole continuare la Guerra. L’occidente ha il dovere di sostenere il diritto e quindi che l‘Ucraina provi a riprendersi ciò che è suo. Putin ha fatto la guerra e l’ha voluta e ora cerca in qualche misura di difenderla accusando noi. L’Occidente cosa doveva fare? Doveva fargli prendere un pezzo dell’Ucraina così la guerra finiva?. Questo è quello che è avvenuto nel ’39 (annessione della Polonia da parte della Germania Nazista ndr). Questo è quello che Putin vorrebbe, ma questo è inaccettabile”.