Miss Campania morta volando giù dal balcone: “Annamaria aveva paura, chiese aiuto”
"Due ore prima di precipitare dal balcone mia sorella mi ha fatto una videochiamata. Voleva dirmi qualcosa, ha provato a chiedere aiuto, poi un amico le ha preso il telefono e mi ha detto: "tranquilla ci penso io ad Annamaria". Da allora non l'ho più sentita, è stata l'ultima volta". Ai microfoni di Fanpage.it, Luisa Sorrentino, sorella di Annamaria, la giovane miss Campania non udente morta un mese fa a Parghelia, in Calabria, dove stava trascorrendo il ferragosto con il marito e due coppie di amici. La sua morte, sulla quale indaga oggi la Procura di Vibo Valentia, è finita sulle pagine di cronaca per l'inquietante scenario emerso dalle indagini.
La vacanza in Calabria
Tre coppie, un appartamento, una lite furibonda sedata dall'arrivo dei carabinieri e poi un volo di cinque metri dal secondo piano. "Si è suicidata" dicono gli unici testimoni, ovvero i quattro amici e il marito di Annamaria, Paolo Foresta, ma la famiglia Sorrentino non crede neanche per un istante all'ipotesi del suicidio. "La potevano raccontare meglio" ironizza la sorella Luisa, in una lunga intervista a Fanpage.it (VIDEO). Siamo nella casa dei Sorrentino a Melito, dove la morte della più piccola dei tre fratelli, amata e coccolata anche per il suo handicap, non ha cancellato il ricordo felice di lei, presente in decine di foto con il suo luminoso sorriso.
Il matrimonio violento di Annamaria e Paolo
"Era bellissima, aveva voglia di vivere era felice" ci racconta Patrizia, la madre, mentre ci mostra le foto di Annamaria con la fascia di Miss Campania, uno dei tanti concorsi vinti a vent'anni. "Miss Italia la richiamò per chiederle di partecipare di nuovo, ma lei rifiutò. Il marito era geloso", spiega il fratello Gennaro, che oggi si presta come portavoce della famiglia con la stampa. Solo dopo la morte di Annamaria, avvenuta dopo due giorni di agonia in un ospedale calabrese, la famiglia è venuta a conoscenza per la prima volta della gelosia asfissiante del marito Paolo Foresta, anche lui non udente e delle liti violente tra marito e moglie. "Non la vedevamo mai", spiegano "lei ci ha tenuto fuori da questi problemi, solo oggi, grazia ai messaggi di amici e amiche scossi dalla sua morte, siamo venuti a sapere dell'incubo che stava vivendo.
Quarantotto ore di lite: coinvolte le altre coppie
Con un messaggio, infatti, mamma Patrizia viene a sapere solo alle 23 del 16 agosto, che sua figlia è precipitata dal balcone. "Si è buttata" mi ha detto un amico, ma io non ci potevo credere, l'avevo sentita il giorno prima, era felice, stava andando in vacanza con gli amici, non poteva essere". Annamaria, infatti, parte da Napoli il 14 agosto in direzione Parghelia, dove ha affittato una casetta al mare con gli amici. La notte del 16 agosto, alle 3 e 30 circa, i vicini allertano i carabinieri per una lite violenta in quella casa. "Basta, mi fai male!" c'è una ragazza, Annamaria, che urla e invoca aiuto, ma quando arrivano i militari la lite sembra sedata. "Non si è mai spenta, in realtà – racconta Luisa – la lite è ripresa al risveglio l'indomani ed è culminata con un quel tonfo descritto dai testimoni". "Cosa ci ha detto il marito? Che non l'ha toccata, che erano tre anni che non la picchiava più", spiega Gennaro. "Da quei giorni non l'abbiamo più visto, non si è presentato né ai funerali né alla fiaccolata che abbiamo organizzato qui a Melito per chiedere giustizia e verità" ammette. "Vogliamo solo sapere cosa è successo in quella casa, perché di una cosa siamo certi: Annamaria non era depressa e non si sarebbe mai fatta del male".
Esami sul cellulare e autopsia: le indagini difensive
Mentre aspetta l'esito delle indagini della Procura, tuttavia, la famiglia Sorrentino ha chiesto assistenza a un avvocato, Nicodemo Gentile, a cui l'esperienza in casi di cronaca nera non manca. "L’assetto psicologico di Annamaria non è assolutamente quello di una persona fragile né propensa a compiere atti autolesionistici – conferma Gentile a Fanpage.it – ma ne sapremo di più appena avremo fatto una serie di indagini difensive a supporto di quello della procura. In questi giorni – spiega il legale – i nostri tecnici ricostruiranno la dinamica della caduta attraverso esperimenti forensi. Nel frattempo – continua – valuteremo se chiedere una riesumazione del corpo perché venga sottoposto ad autopsia. Procederemo poi a una serie di esami informatici su telefoni e altri supporti e, ovviamente, parleremo con i testimoni. Proprio a questo proposito – conclude – volevo fare un appello a chiunque sia a conoscenza di eventi che siano precedenti, contemporanei o successivi alla morte. Fatevi avanti, la famiglia di Annamaria ha bisogno di verità".