Mirko Cazzato tra i 10 studenti migliori al mondo: “Orgoglioso della nostra start up contro il bullismo”
È italiano uno dei dieci candidati al “Global Student Prize”. Si chiama Mirko Cazzato, ha solo 20 anni e parteciperà alla finale del prossimo 10 novembre, quando a Parigi verrà consegnato un premio di 100mila dollari al migliore studente del mondo. Mirko se vincesse investirebbe tutto nella start-up “MABASTA”, quella che gli ha regalato un posto nella finale del concorso mondiale. Il giovane leccese a fanpage.it: “Siamo orgogliosi di essere giovani che lottano contro il bullismo di altri giovani”.
Come commenta questa candidatura al “Global Student Prize”?
"È una cosa strabiliante! Sono tanto orgoglioso di vedere che una tematica così importante abbia raggiunto un’attenzione a livello mondiale. Fino a cinque anni fa si parlava pochissimo di bullismo. Inoltre sono felice che una candidatura del genere sia arrivata per una start-up formata da giovanissimi dai 14 ai 20 anni. Abbiamo dimostrato di avere tanta voglia di fare e lo abbiamo fatto concretamente, affrontando tutte le difficoltà del caso".
Come è nata l’idea di “MABASTA”, Movimento Anti Bullismo Animato da STudenti Adolescenti?
"Avevo 14 anni quando abbiamo deciso con la mia classe dell’epoca di fondare questa start-up. L’idea era quella di capire come fosse possibile che degli adolescenti riuscissero a fare del male a dei coetanei. Questa nostra rabbia interiore è stata alla base del progetto. Il primo intento è stato quello di alzare un polverone mediatico sul bullismo e ci siamo rivolti a diversi media nazionali, fino ad arrivare sul palco del Teatro Ariston a Sanremo. Abbiamo incontrato Papa Francesco, vari ministri e gente dello spettacolo. Poi, ci siamo attivati in maniera più pragmatica creando il “Modello Mabasta”".
Come funziona questo modello?
"Facciamo prevenzione del bullismo nelle scuole. Forniamo una formazione ad alunni e docenti su queste tematiche. Instauriamo un rapporto molto speciale con questi ragazzi e loro si responsabilizzano e si impegnano seriamente a trattare questi temi. Abbiamo evidenza che ciò non sempre avviene se a cercare un contatto con questi adolescenti è uno psicologo o un poliziotto".
A quali studenti vi rivolgete?
"La nostra fascia di età accorpa studenti dalla quarta elementare fino al secondo superiore, perché è quella la fase in cui si presenta maggiormente il bullismo".
La vostra attività sta dando buoni frutti?
"Sì. Prima del covid c’è stata una fase di sperimentazione con 150 classi e già con loro abbiamo avuto risultati molto positivi. La dirigente di una scuola ci ha contattato per congratularsi perché prima del nostro intervento nessuno sapeva che in quell’istituto ci fossero forme di bullismo, emerse, invece, dopo il nostro intervento. Per noi questo significa aver salvato una vita".
La start-up opera in tutta Italia?
"Sì e non solo. Abbiamo accordi con la FIGC perché crediamo che oltre alla scuole, anche il mondo dello sport raduni atti di bullismo. Abbiamo due milioni e 200mila ragazzi che collaborano con noi grazie allo sport, che insegna il valore del gioco di squadra, lo spirito di gruppo. Non bisogna lasciare indietro nessuno, ma aiutare sempre il prossimo. Operiamo in tutte le grandi città di Italia e dove non siamo ancora arrivati, arriveremo. Inoltre c’è già una collaborazione con un collegio francese, l’ “Albert Camus” di Dreux. Il bullismo non è solo in Italia, ma dappertutto".
Le fanno paura gli altri nove concorrenti al premio finale?
"Assolutamente no. Non sono miei rivali ma siamo tutti uniti contro problematiche di interesse sociale, che valgono l’una più dell’altra".
Cosa farebbe se fosse eletto vincitore del montepremi?
"I 100mila dollari verrebbero devoluti interamente a Mabasta per estendere il progetto e raggiungere scuole spagnole, inglesi e francesi".
Cosa hanno detto mamma e papà della sua candidatura al premio?
"Hanno entrambi esultato. Sono molto soddisfatti di me. Sono sempre stati una guida e un grande esempio nella mia vita. Mi hanno detto di non mollare mai, di non avere paura se un giorno dovessi incontrare un bullo che si scaglierà contro di me per quello che faccio. Sono orgogliosi, si sono emozionati alla notizia della mia candidatura e sono scoppiati in un pianto di gioia".