Le immagini dei bambini siriani che dormono sui cartoni nella stazione centrale di Milano sono state ricollocate da Fanpage in una corretta informazione: si tratta di bambini che non sono affatto abbandonati, sono tutti accompagnati dai loro genitori, dormono – sfiniti – sui cartoni, all'alba o in piena notte, perché arrivano da un viaggio durato giorni e giorni, pieno di difficoltà e umiliazioni. Quei bambini hanno lasciato le loro case che sono state bombardate, e scappano con le loro famiglie dalla guerra. Di lì a poco un'organizzazione esemplare di accoglienza fatta da volontari, da operatori del comune di Milano e di Save The Children garantisce loro assistenza, cure e giochi.
Quelle immagini non accompagnate dalla spiegazione del contesto sono state rilanciate dalle agenzie stampa. Hanno fatto eco i grandi quotidiani e le tv. Poi hanno raccontato delle “polemiche”. Scaramucce sulla pelle di bambini. Chi ha voluto metterle, così, in circolazione, aveva chiaramente degli obiettivi precisi. Di sicuro sono state un'ottima occasione di manipolazione per Silvia Sardone consigliera di zona di Forza Italia: del resto la guerra e il fastidio per lo straniero disperato che arriva in Italia – a prescindere dalla sua condizione (di profugo o immigrato o anche solo di passaggio verso altre mete) – è uno dei cavalli di battaglia preferiti e sempre sfruttati dalla destra italiana. Anche Bruno Vespa, buon ultimo scrive in un tweet : “Nessun bambino di qualunque origine può dormire sui cartoni alla stazione centrale di Milano” indirizzato a Giuliano Pisapia. Che risponde: “grazie per la sensibilità dimostrata: volontari e operatori ti aspettano per un tuo contributo sul campo”.
I commenti razzisti e violenti che accompagnano le immagini, i tweet di Sardone e gli articoli che l'hanno seguita nella manipolazione, mostrano bene che nessuno è indignato dal tipo di accoglienza, ma è l'accoglienza in sé che indigna. Anche se – come avviene nel caso dei profughi siriani- il sostegno proviene da volontari, organizzati meticolosamente con tanto di turni e iscrizioni e coordinati da Susy Iorvieno, da operatori del comune e da Save The Children.
Cade nel “tranello Sardone”, anche il portavoce Unicef che ieri, pur riconoscendo l'impegno del comune di Milano ha fatto poi un appello al governo “perché si dia una maggiore assistenza”.
Nell'attesa che il governo faccia qualcosa di urgente, e che le agenzie stampa e i quotidiani smentiscano l'accaduto, e perfino Bruno Vespa si accorga, l'aver aver mostrato in che modo dignitoso la città di Milano incontri le famiglie di profughi ha generato un piccolo miracolo. Si è liberato infatti un bellissimo e spontaneo movimento di solidarietà. Così, dopo le immagini dei bambini messe in giro ieri accompagnate da tanti commenti sprezzanti, e dopo aver preso coscienza che quei bambini non erano affatto abbandonati e stavano finendo nelle solite maglie della manipolazione retorica “sull'immigrato”, è arrivata invece, e in poco tempo ,una valanga di mail da cittadini che vogliono offrire alimenti, fare offerte, dare una mano.
Il gruppo Emergenza Siria Milano – su Facebook – ha avuto in un solo giorno, centinaia di nuovi iscritti. “Prima se ne iscrivevano 5 al giorno al massimo” racconta Susy Iorvieno “stan no aumentando in modo vertiginoso le richieste di iscriversi all'albo dei volontari”.
Eccone alcune:
“Buongiorno Susy, sono la titolare di un negozio di materassi. Vi interessano materassi usati ma più che dignitosi per farci dormire le persone? Meglio che stare per terra! Mi faccia sapere, sono anche disposta a portare i materassi fino a Milano con il mio mezzo” scrive una commerciante.
E poi:
“Oggi parlando con una collega a scuola è emersa forte l'esigenza di capire come contribuire. Come posso fare?”
“Grazie per avermi accettato nel gruppo. Come posso aiutarvi?”
“Faccio la spesa e la porto in stazione o c'è qualcuno che coordina? Ci sarei anche per un supporto operativo. Immagino vi sia una preparazione…”
“Cercavo nel gruppo una foto per ribattere alla foto che gira in rete tutt'ora.. e sapevo per certo che sulla tua pagina la trovavo. Grazie mille.. copio e incollo…”
“E' stato bello dare un piccolo contributo questa mattina e vedere i bambini sorridenti nonostante le grandi fatiche e difficoltà che stanno attraversando. La prossima settimana spero di passare con un po' più di calma. Grazie per quello che fate!”
“Sono felicissima di leggere tutto quello che fate ogni giorno. Io ho un blog su Milano e ho letto l'orribile sequela di bugie pubblicate giorni fa con quelle foto strumentalizzate”.
“Ho ho visto le foto dei bambini, ci sono rimasta male, il mio ufficio è di fronte alla stazione centrale e non sapevo niente…Vorrei, se posso, dare una mano. Ho preso gli estremi del conto corrente, farò una donazione. Ho pacchi di vestiti dei miei bambini, sono in ottimo stato, li avrei passati ai parenti, ma forse qui servono di più. Non so se avete un centro raccolta…”
“Avete una lista di ciò che serve al momento? E dove vanno portate le cose?”
Si chiama “etorogenesi dei fini”: mentre la signora Sardone rilascia interviste e dichiarazioni sul degrado alla stazione di Milano (senza mai essersi presentata a informarsi) aizzando solo il peggior razzismo, ha ottenuto l'effetto contrario: la solidarietà.
Va, per questo, sicuramente ringraziata.