Miozzo (Cts): “Varianti Covid? Servono lockdown e chiusura delle frontiere”
Non possiamo occuparci delle varianti del Covid-19 se prima non riusciamo a tenere sotto controllo la curva dei contagi. Parola di Agostino Miozzo: il coordinatore del Comitato tecnico scientifico ha fatto il punto della situazione epidemiologica in Italia intervenendo questo pomeriggio a Timeline su Skytg24. "Siamo ovviamente preoccupati da queste mutazioni, soprattutto guardando a quello che sta succedendo in Inghilterra, dove ieri è stato raggiunto il record di oltre 1800 morti in 24 ore, mai così tanti dall'inizio dell'emergenza. Ma – ha aggiunto – indipendentemente dalle varianti, che saranno studiate e valutate, è importante abbattere la nostra curva, l'incidenza sul territorio e arrivare a una condizione di controllo dei casi per cui saremmo anche in gradi di affrontare le varianti".
In un contesto del genere, secondo Miozzo, la campagna vaccinale è fondamentale. "Sono ottimista nel pensare che quando il mercato sarà in grado di fornire più vaccini da più case farmaceutiche, penso per esempio a quando arriveranno anche le dosi di AstraZeneca e Johnson&Johnson, avremo meno problemi, che sono anche abbastanza prevedibili. Se giungeremo a buona copertura entro l'estate, anche le varianti potrebbero essere ben controllate". Proprio sui vaccini il coordinatore del Comitato tecnico scientifico ha precisato che il problema causato nei giorni scorsi del taglio delle scorte consegnate da Pfizer nei Paesi europei, Italia inclusa, "è stato superato. La seconda dose dovrebbe essere garantita a tutti coloro che hanno già fatto la prima. Pfizer ci ha detto che è pronta a recuperare nelle prossime settimane il ritardo accumulato, che è stato di carattere tecnico-logistico".
Quali sono secondo Miozzo le misure per poter evitare un'ulteriore risalita dei casi è presto detto: "La soluzione migliore sarebbe il lockdown insieme alla chiusura delle frontiere. In questo modo si potrebbe impedire al virus e alla varianti di circolare. Ma se dal punto di vista teorico questa può essere una opzione, dal punto di vista pratico bloccare tutto per due o tre mesi è un'operazione molto più difficile, se non irrealizzabile. Viviamo in un meccanismo che ormai vede i Paesi interconnessi e abbiamo troppa dipendenza l'un l'altro. Altra cosa è, invece, immaginare che le persone che viaggiano lo facciano sottoponendosi ai tamponi".