“Mio marito mi ammazza, aiuto”, si rifugia in bagno e chiama i carabinieri per farlo arrestare
Liti continue, che andavano avanti da gennaio, sempre più violente e dai toni minacciosi, e la paura di essere uccisa divenuta quasi una certezza. Queste le motivazioni che hanno spinto una donna di Nonantola, in provincia di Modena, a non accettare l'ennesimo scontro con il marito 42enne e a chiedere, il 9 aprile, l'intervento della polizia dopo essere sfuggita a una violenza del marito rifugiandosi in bagno e contattando le forze dell'ordine, che dopo pochi minuti sono arrivate sul posto.
Qui hanno rinvenuto diversi oggetti che lasciavano poco spazio alle interpretazioni: un manico di scopa ricurvo, coltelli, una pistola a salve, due coltelli e due cinture legate tra loro alle tubature del gas fino a formare un cappio. Elementi che hanno dato sostanza definitiva alla denuncia della donna e convinto definitivamente i militari ad intuire quanto stesse accadendo o potesse potenzialmente verificarsi, a fermare immediatamente l'uomo e decidere di condurlo al carcere di Reggio Emilia.
La ricostruzione completa è quindi arrivata con il racconto approfondito e dettagliato della donna su quanto accaduto dal gennaio scorso. Nei mesi scorsi erano stati diversi gli scontri tra i due, liti culminate in minacce esplicite e percosse che hanno allarmato sempre più la donna, inizialmente disposta ad accogliere le scuse del marito e perdonarlo, come spesso accade in circostanze di questo tipo. Il 9 aprile la donna sarebbe quindi arrivata al limite massimo di sopportazione, probabilmente prevedendo quello che sarebbe potuto accadere e immaginando che le cose potessero precipitare definitivamente. Ha quindi deciso di rifugiarsi in bagno, chiudendo la porta a chiave e mettendosi in contatto con i carabinieri: "Aiutatemi – gli ha detto -o questo mi ammazza". Da qui l'intervento immediato dei militari.