Riceviamo e pubblichiamo la storia di una nostra lettrice.
"Sono Veronica La Camera, ho 26 anni e cinque anni fa mi è cambiata la vita dall'oggi al domani. I dottori non hanno capito che ero in gestosi e ho avuto una crisi eclamptica alla 31esima settimana di gravidanza. Sono entrata in coma e dopo 5 giorni c'è stato il risveglio. Un risveglio che mai nessuna ragazza a 21 anni vorrebbe avere. Poi ho partorito e nei mesi successivi io e mio marito abbiamo scoperto che il nostro bambino, Dylan, era affetto da tetraparesi spastica, ipovedente al punto da vedere a 5 centimetri di distanza solo le ombre, epilettico, disfagico.
Ma oggi sono qui per parlare di me, della donna e della mamma che sono. Ho sacrificato tutta la mia vita per lui, l'ho seguito all'estero dove continuo a portarlo due volte all'anno, e a Lecco ogni sei mesi per la parte diagnostica. E poi ancora nei trattamenti di fisioterapia, di pisicomotricita, in piscina, alle sedute per la terapia della comunicazione, di logopedia e ovviamente all'asilo. In più ho un'altra bambina di soli due anni e cinque mesi, che io e mio marito abbiamo voluto con tutto il cuore. Vivo una vita senza libertà ed è stato proprio mio figlio a togliermela, quel figlio tanto amato che colpe non ha. Non dormo da 5 anni perché mi sveglio la notte per cambiarlo di posizione, mi sveglio ogni mattina e la prima cosa che guardo è se quel figlio tanto amato anche oggi sarà accanto a me. Perché vivo una corsa contro il tempo.
Purtroppo dopo tutti questi sacrifici non so neanche quanto potrò stare insieme a mio figlio. E con tutto ciò, oggi sono qui a dire che nonostante questo, sono stata giudicata per il mio rossetto rosso o per la mia piega, fatta dalla parrucchiera che viene a casa perché io quel tempo per uscire e farmela in un negozio come tutte le altre non ce l'ho. Ma questo la gente non lo sa. Sa solo giudicare il mio rossetto, i miei tatuaggi, la mia pettinatura. Il mio unico svago è il sentirmi quei pochi minuti ancora una ragazza di 26 anni a cui è stato tolto tutto per colpa di gente incompetente. Sono qui a dire che è facile giudicare, ma dovreste mettermi nei miei panni solo per un attimo e capire cosa significa avere un figlio paralizzato e vivere con la paura che se ne possa andare in ogni istante.
Mi rivolgo soprattutto a voi mamme, che giudicate solo all'apparenza avendo figli sani. Voglio dirvi che siete tanto fortunate. A loro voglio chiedere se sanno cosa significa non arrendersi nonostante tutto. Lo sapete cosa significa trovare ogni giorno la forza per andare avanti anche quando la forza non c'è? Lo sapete cosa significa vivere con la depressione ?! Non giudicate solo le apparenze.
Mamma Veronica , una donna!".
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