Minaccia i vicini e viene allontanato. Il Riesame annulla l’ordinanza e lo rimanda a casa
Uno stalker che da tempo ha reso la vita dei vicini di casa un vero e proprio incubo. Si narra di minacce, insulti e perfino lanci di pietre in testa ai poveri malcapitati. Nella sua casa, inoltre, i carabinieri hanno trovato un arsenale di pistole e fucili, che hanno provveduto a sequestrare. Allo stremo delle forze e della pazienza, i vicini denunciano l'uomo e il giudice per le indagini preliminari emana un provvedimento urgente che sancisce il "divieto assoluto di avvicinarsi a meno di 300 metri da tutti i luoghi frequentati dai perseguitati. E fin qui, tutto bene. La giovane coppia oggetto delle molestie dell'uomo ricomincia a vivere la propria vita tranquillamente, senza l'ansia di doversi guardare le spalle. Allontanato a Firenze, non c'è più nulla di cui preoccuparsi.
Il 2 agosto scorso, però, a poco meno di un mese dall'emanazione dell'ordinanza restrittiva, il tribunale del Riesame di Firenze, a cui si era rivolto lo stalker con un ricorso, decide di modificare la decisione presa dal Gip il 12 luglio. Nonostante il quadro di indizi raccolti dal pubblico ministero ritenuto "allarmante" e da qualificare "grave" perché secondo i giudici "lo svolgimento delle sue azioni, e il prolungato periodo in cui sono state tenute, denotano senza dubbio una preoccupante pervicacia nelle condotte aggressive e una totale insensibilità rispetto alle decisioni della pubblica autorità", oltre a sussistere una "recrudescenza nelle condotte persecutorie" e "la progressione delle stesse — incominciate con offese e passate da minacce gravi a violenze sulle cose, fino ad approdare alla violenza sulle persone — desta particolare allarme sociale e dimostra un pericolo di reiterazione concreto e attuale", il Riesame decide comunque di annullare l'ordinanza restrittiva perché l'allontanamento dello stalker sarebbe una misura eccessiva.
Per quale motivo il Riesame, che sembrava inizialmente confermare la tesi del Gip, ha rimandato a casa l'uomo? Secondo i giudici, in pratica, l’indagato "in udienza ha dichiarato che il luogo da cui è stato allontanato è la sua casa di famiglia da oltre vent’anni", mentre l’indirizzo di Firenze sarebbe "semplicemente un domicilio fittizio assunto per ragioni di natura fiscale su consiglio del proprio commercialista". Alla luce di ciò, quindi, scrivono i giudici nell'ordinanza del Riesame, "la misura dell’allontanamento appare eccessivamente punitiva" e la sostituiscono con il meno invasivo obbligo di firma dai carabinieri ogni lunedì e ogni venerdì.