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Minacce di morte al figlio gay: “Se vai sulla tomba di tua madre ti uccido”

Rinviato a giudizio dal pm del Tribunale di Trieste il padre dell’uomo per una serie di pesanti sms. Una brutta vicenda generata anche per questioni economiche.
A cura di B. C.
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Messaggi offensivi e minacce di morte al figlio gay di 34 anni. Sotto accusa, da parte del Pubblico ministero del Tribunale di Trieste, Cristina Bacer, un uomo di 65 anni che ora è stato rinviato a giudizio. Alla base del conflitto, come riportata da Il Piccolo, vi sarebbe la morte della madre e la questione dell'eredità.  “In pratica il padre ha rivendicato, molestando il figlio – questo secondo l’accusa, i soldi e i beni che appartenevano alla madre morta. Dopo il diniego del figlio è passato all’attacco inviandogli numerosi messaggi sms dal contenuto ingiurioso. In particolare, secondo il capo d’imputazione gli ha scritto: ‘Ti ammazzo, ti faccio la pelle’. E poi gli ha inviato altri messaggi con frasi di questo tipo: ‘culattone di m. finocchio, cane rognoso’.”

L’inquietante vicenda ricostruita sulla base del procedimento di querela nei confronti del padre del 34enne:

“Sin dal 1999 ho lasciato la mia famiglia di origine venendo ad abitare a Trieste per motivi di studio. Nel corso degli anni, mentre con mia madre mantenevo un rapporto normale con frequenti contatti, con mio padre non intrattenevo alcun rapporto. Questo in quanto fin da ragazzo ho avuto difficoltà a rapportarmi con lui per i comportamenti che aveva nei miei confronti e verso mia madre, spesso fonte di litigi e di tensioni familiari”.

Continua la querela:

Purtroppo nel luglio del 2013 mia madre è morta. Successivamente sono stato contattato ripetutamente da mio padre per procedere alla successione relativa a un immobile e buoni postali per l’importo di circa 22 mila euro. Questa insistenza – si legge – era dovuta alla circostanza che mio padre aveva la necessità in breve termine di avere disponibilità economiche”.

Ma, secondo la ricostruzione della presunta vittima delle molestie, il padre non si è perso d’animo. “In particolare – scrive l’uomo nella querela – tra il 26 e il 27 novembre del 2013 ho ricevuto numerosissimi sms dall’utenza cellulare di mio padre e anche alcuni messaggi in segreteria telefonica”. Il padre ha inviato anche messaggi dal contenuto minaccioso: “Se vai sulla tomba della mamma ti ammazzo” e “Se vengo a Trieste ti faccio la pelle”.

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