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Militare italiano internato dai nazisti dopo la fuga del Re, eredi risarciti dallo Stato dopo oltre 80 anni

Lo Stato Italiano, attraverso il Ministero dell’economia, risarcirà la famiglia del militare deportato dai nazisti con oltre 300mila euro. Il caso arriva dal Veneto dove, dopo anni di richieste e battaglie legale, il Tar ha dato ragione agli eredi dell’uomo.
A cura di Antonio Palma
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Un militare italiano era stato catturato dai soldati tedeschi dopo l'armistizio e la fuga al sud del Re Vittorio Emanuele III durante la seconda guerra mondiale e quindi internato in un lager nazista al pari di tanti commilitoni durante quei tragici mesi seguiti all'8 settembre. Per questo ora lo Stato Italiano, attraverso il Ministero dell'economia, risarcirà la sua famiglia con 300mila euro.

Il caso arriva dal Veneto dove, dopo anni di richieste e battaglie legali, gli eredi dell'uomo internato si sono visti riconoscere la cifra prima dal Tribunale Civile e poi dal Tar del Veneto. Dopo averne a lungo coltivato la memoria, come ricostruisce il Gazzettino, i parenti del militare infatti avevano intrapreso un contenzioso per un risarcimento prima con la Germania e poi con l'Italia.

Il procedimento si era concluso una prima volta con una sentenza del Tribunale civile, che nel 2019 condannò la Repubblica Federale della Germania a indennizzare il danno per la somma di oltre 139mila euro a cui si dovevano aggiungere le spese legali e gli interessi. La somma però non era mai arrivata agli eredi perché la Germania aveva fatto valere l’accordo di Bonn del 1961, secondo il quale sarebbe stata l'Italia a pagare gli indennizzi a cittadini italiani colpiti da misure di persecuzione nazionalsocialiste a fronte del trasferimento di 80 milioni di marchi da parte tedesca al nostro Paese.

Quando il governo Draghi nel 2022 ha istituto il Fondo "per il ristoro dei danni subiti dalle vittime di crimini di guerra e contro l'umanità per la lesione di diritti inviolabili della persona, compiuti sul territorio italiano o comunque in danno di cittadini italiani dalle forze del Terzo Reich nel periodo tra il 1° settembre 1939 e l'8 maggio 1945″ la famiglia quindi ha presentato l’istanza di accesso. Dopo un primo via libera, però, i soldi non sono arrivati.

A questo punto il ricorso al Tar che ha imposto al ministero di dare esecuzione alla sentenza del Tribunale civile obbligando così il Mef a versare oltre 307mila euro considerando gli interessi maturati negli anni.

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