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Milano, sgominata baby gang: pestaggi contro gay, ebrei e clochard

Arrestati quattro ragazzi ritenuti responsabili di decine di aggressioni molto violente. Tra le loro vittime c’era un disabile 50enne quotidianamente vessato perché gay. L’uomo subiva dai ragazzini insulti, botte e rapine.
A cura di Susanna Picone
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Quattro giovani appartenenti a una baby gang sono stati arrestati dalla polizia a Milano con l’accusa di aver compiuto decine di aggressioni violente. I ragazzi, tre 17enni (tra cui due gemelli) e un 18enne, hanno preso di mira gay, ebrei e clochard. Erano noti come la “banda di via Creta” o la “gang di Baggio” e si vantavano anche delle loro bravate su Facebook dove si esprimevano con termini razzisti. La baby gang ha preso di mira, tra gli altri, un disabile gay di 50 anni che quotidianamente era costretto a subire le loro vessazioni tanto da restare chiuso in casa per mesi. I ragazzi lo insultavano dalle finestre del suo condominio e l’hanno più volte picchiato e rapinato perché dichiaratamente omosessuale. In seguito a un’indagine è stata emessa contro i quattro membri della baby gang un’ordinanza di custodia cautelare per lesioni e rapina, in concorso con altri soggetti. La prima denuncia nei loro confronti era arrivata lo scorso ottobre quando uno studente di 16 anni venne avvicinato con la scusa di un’occhiata di troppo a una ragazza. La vittima subì un pestaggio a colpi di casco da parte di due dei giovani arrestati, leader della baby gang. Il ragazzino, di religione ebraica, denunciò l’aggressione e la rapina alla polizia e riconobbe gli oggetti che gli erano stati rubati attraverso le foto postate su Facebook dai giovani criminali.

L’aggressione al clochard e a tre giovani eritrei – La baby gang si è scagliata, nel maggio scorso, anche contro un clochard e contro alcuni ragazzi che volevano aiutarlo e poi ancora contro tre giovani eritrei attivi nel circuito della musica hip hop. I tre sono stati aggrediti più volte da un gruppo composto da almeno una quindicina di persone e una delle vittime ha riportato una prognosi di 30 giorni. A scatenare questo pestaggio violento, secondo gli agenti, il fatto che le tre vittime avessero siglato due contratti con la Sony e un’altra casa discografica mentre uno degli arrestati non riusciva a sfondare nel mondo della musica. Per il momento non è stata riconosciuta ai quattro arrestati l’aggravante razziale dei crimini commessi dato che secondo gli inquirenti si tratta di un gruppo di malviventi senza una vera connotazione politica.

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