Milano, botte e farmaci sbagliati agli anziani in una casa di riposo (VIDEO)
Sono state decisive le registrazioni effettuate all’interno di una casa di riposo del Milanese per portare all’arresto di due operatrici accusate di maltrattamenti nei confronti degli anziani malati ospitati nella struttura. Videocamere che hanno mostrato quanto dovevano subire gli anziani, spesso non autosufficienti, che dovevano essere assistiti nella casa di cura Villa Clara di Vaprio d’Adda. Nelle varie riprese, ha spiegato la Guardia di Finanza, sono emerse le quotidiane ingiurie e percosse inflitte a un'anziana inferma e affetta da demenza senile, e l'abbandono di una degente in un locale adibito ai servizi igienici. Agli anziani pare venissero somministrati farmaci scaduti o sbagliati a causa dell'assenza di un programma terapeutico. Inoltre, quando protestavano o cercavano di chiamare aiuto, gli ospiti della casa di riposo venivano insultati, percossi o costretti per ritorsione a rimanere a letto per giorni interi o a saltare i pasti. Oltre ai due arresti, due amministratrici della struttura, madre e figlia, sono state interdette dall'esercizio della professione e altre 15 persone sono indagate, tra cui operatrici, inservienti, infermiere e il medico consulente che operava nella casa di cura.
La casa di riposo Villa Clara costava agli anziani 2500 euro al mese
Le indagini sono partite nel novembre 2012 dalla segnalazione di un militare della Guardia di finanza in servizio alla tenenza di Gorgonzola. Le accuse a vario titolo sono maltrattamento e abbandono di persone sottoposte alla custodia, nonché violazione dell'obbligo di referto da parte del medico. Le ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari sono state firmate dal gip Luigi Gargiulo su richiesta del pm Luca Gaglio. Le misure sono state eseguite all'alba: una delle due operatrici avrebbe chiesto ai finanzieri se si trovava su Scherzi a parte. Le due arrestate sono finite ai domiciliari: secondo l'accusa per diversi mesi avrebbero sottoposto gli anziani a maltrattamenti fisici e psicologici “assoggettandoli a penose condizioni di vita”. Anziani che, per vivere in quella struttura che non è convenzionata con la Regione Lombardia, pagavano circa 2500 euro al mese.