«È ora di rompere gli indugi e metterci direttamente il corpo»: lo scriveva nella luglio del 2018 lo scrittore Sandro Veronesi quando la ferocia di Stato cominciava ad esplodere con tutta la sua virulenza. Qualcuno lo intese come l'ennesimo futile accorato appello che avrebbe meritato un trafiletto sul giornale e qualche derisione ministeriale. E invece no. Per niente. Dopo quell'appello furono molti i giornalisti che salirono sulle navi del Mediterraneo e testimoniarono un cimitero liquido che l'Italia (e l'Europa) si impegnavano a normalizzare. Non è questione di migrazioni, come qualcuno vorrebbe raccontarcela: è questione di umanità. Di gente che sta male, di ferite addosso a persone che non si rimarginano o peggio che si infettano, di bambini che valgono come un jolly per portarsi a casa la partita e le donne, le donne, che valgono per quel pezzo che dal bacino alle ginocchia.
Che oggi i parlamentari Magi, Fratoianni e Prestigiacomo abbiano deciso di metterci i corpi insieme al sindaco di Siracusa (oltre agli avvocati, il medico e la portavoce di Sea Watch Italia) "infrangendo le regole" come digrigna Matteo Salvini è la giusta azione per disarticolare una situazione in cui le regole non ci sono, non esistono. C'è la disgustosa propaganda del ministro dell'inferno (e la disgustosa benevolenza del Movimento 5 Stelle) che davvero credono di fare politica, ci credono davvero, come se le mosche sui cadaveri fossero solo un danno collaterale che non sta a noi discutere, valutare e ancora meno raccontare.
E che li denunci Salvini. Che abbia il coraggio per una volta di uscire da quella sua bolla di buonsenso (sono sono solo i cazzi suoi) e si costringa a rileggere tutti i trattati internazionali che hanno fatto dell'Occidente l'Occidente e che hanno reso la Repubblica Italiana l'onore di chi si è consumato perché nessuno rimanga indietro. Troverà, in quelle carte che sarebbe costretto a scartabellare per imparare a stendere una denuncia più lunga di un'irrisione a forma di tweet, che i suoi porti chiusi sono una barzelletta che non fa ridere, scoprirebbe che la legge definisce i limiti della politica e non ne è sua cameriera come già in tanti hanno provato a fare (per primo il suo padrino Silvio Berlusconi).
Prima Rossella Muroni piazzandosi davanti ai pullman di Castelnuovo di porto, ora Magi, Fratoianni e Prestigiacomo, lo stesso PD che ne ha prontamente chiesto una commissione d'inchiesta sono la prova che Salvini va affrontato "mettendoci i corpi" e che l'opposizione forse ha capito che la vergogna è tutta lì fuori, bisogna mischiarsene, mostrarla, andarla a prendere, darle voce, dare un nome e un cognome a tutti quelli che oggi sono solo numeri mischiati con la propaganda, utili per essere usati vuoti, solo per i chili che pesano.
Abbordare, attraccare ogni nave che viene lasciata alla deriva poco lontano dalle nostre coste è il modo per metterci i corpi e impedire che passi sotto traccia una tragedia e magari ritrovarsela come letteratura in una Giornata della Memoria tra qualche anno. Se l'opposizione diventa sorveglianza assidua allora sarà più facile anche recuperare credibilità e cominciare a credere all'indispensabilità della politica.