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Migranti, Open Arms salva 264 persone e lancia l’allarme: “Mare pieno di imbarcazioni in difficoltà”

La nave di Open Arms, a cui è stato assegnato ieri il porto di Civitavecchia, sta navigando con 264 persone a bordo, salvate in 7 diversi interventi: “Sono ancora diverse le imbarcazioni che necessitano il nostro intervento”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La nave Open Arms ha lanciato l'allarme. In questo momento nel Mediterraneo ci sono diverse imbarcazioni in difficoltà, che necessitano di un immediato soccorso.

Alla nave umanitaria ieri è stato assegnato il porto di Civitavecchia, sebbene fosse a tre giorni di navigazione dal luogo in cui si trovava l'Ong. Open Arms ha infatti compiuto ieri un primo salvataggio, in tutto 24 persone, tra cui anche un bambino di tre anni. Poi, dopo aver ricevuto la segnalazione da parte di altri due barconi in distress, con circa 100 migranti a bordo, ha provato a raggiungerli, ma senza successo: le autorità italiane hanno infatti intimato alla Ong di lasciare il soccorso a una motovedetta libica. Open Arms non è intervenuta, ed è riuscita solo ad assistere all'ennesimo respingimento illegale verso la Libia, avvistando una delle barche vuote in fiamme.

"La Open Arms, diretta verso il porto di Civitavecchia con 24 persone a bordo, è stata allertata dalle autorità italiane per verificare alcuni casi aperti di imbarcazioni in difficoltà. Dopo aver effettuato altri due soccorsi, le autorità italiane ci hanno indicato altre coordinate da raggiungere e il nostro rimorchiatore si è trovato letteralmente circondato da una decina di barche in ferro, precarie e in pericolo. Abbiamo dunque effettuato altri 7 soccorsi e abbiamo a bordo in questo momento 264 persone, mentre sono ancora diverse le imbarcazioni che necessitano il nostro intervento", ha fatto sapere l'Ong.

"Ricordiamo che nella giornata di ieri, sempre la Open Arms aveva tentato di raggiungere due imbarcazioni alla deriva con circa 100 persone a bordo ed era stata fermata dalle stesse autorità che oggi ci stanno coordinando perché il ‘soccorso' era stato già effettuato dalla cosiddetta guardia costiera libica – aggiunge – Ribadiamo ancora una volta che i respingimenti sono vietati dalla Convenzione di Ginevra e che la Libia non può essere considerato un porto di sbarco sicuro. Chiediamo alle autorità che ci coordinano in mancanza di motovedette, che le stesse procedure siano attivate sempre".

"In presenza di assetti sicuri, le persone devono essere soccorse e fatte sbarcare in paesi in cui la vita e i diritti possano essere garantiti, né la cosiddetta guardia costiera libica né i porti libici possono fornire le garanzie necessarie al rispetto dei principi che sono alla base delle nostre Costituzioni democratiche".

Open Arms ha inoltre fatto sapere che un'altra imbarcazione della flotta, il veliero Astral, "in missione di monitoraggio e assistenza, ha raggiunto questa notte il porto di Lampedusa dove, coordinato dalle autorità italiane, ha accompagnato 67 persone soccorse durante due differenti operazioni. I naufraghi, su richiesta delle autorità, erano stati fatti salire a bordo del nostro veliero, un'imbarcazione che normalmente non fa soccorso ma solo monitoraggio e assistenza. Tra le 67 persone anche una donna in avanzato stato di gravidanza e in travaglio che aveva bisogno di cure mediche urgenti".

L'hotspot di Lampedusa, che era stato svuotato nei giorni scorsi, ha di nuovo ampiamente sforato la capienza massima: all'interno del centro ci sono attualmente circa 900 ospiti, quando potrebbe contenerne al massimo 400. Secondo quanto apprende LaPresse però all'interno della struttura di contrada Imbriacola, gestita dalla Croce Rossa, non vi sarebbero particolari criticità. Tra la notte e la giornata di oggi sono giunti sull'isola poco meno di 500 i naufraghi, con 11 sbarchi totali.

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