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Migranti, l’allarme della nave Alan Kurdi: “Cibo razionato, abbiamo bisogno di un porto ora”

Dopo il no allo sbarco da parte dell’Italia, l’appello della Ong tedesca Sea Eye: “Sulla nave Alan Kurdi il cibo è razionato per tutti, compreso l’equipaggio. Un sacco di gente è costretta a dormire sul ponte. Il tempo sta peggiorando significativamente. Abbiamo bisogno di un rifugio sicuro ora”.
A cura di Antonio Palma
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A bordo della Alan Kurdi, la nave che ha soccorso 64 migranti nel Mar Mediterraneo e a cui è stato negato l'attracco e lo sbarco dei naufraghi a Lampedusa, ormai la situazione è allo stremo. Il cibo infatti è stato razionato e molti dei migranti da giorni sono costretti a vivere e dormire sul ponte dell'imbarcazione tra freddo e gelo. Lo ha sottolineato ancora un volta la Ong tedesca Sea Eye che gestisce la nave di soccorso, lanciando l'ennesimo appello per toreare finalmente un porto sicuro per l'imbarcazione e far scendere i migranti che si trovano a bordo. "Il nostro equipaggio si sta prendendo cura degli ospiti sulla Alan Kurdi ma il cibo è razionato per tutti, compreso l'equipaggio. Un sacco di gente è costretta a dormire sul ponte. Il tempo sta peggiorando significativamente. Abbiamo bisogno di un rifugio sicuro ora" si legge infatti in un tweet lanciato nel tardo pomeriggio di sabato dal'account ufficiale dell'organizzazione non governativa.

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Dopo il secco no allo sbarco da parte del governo italiano e la fallita trattativa con le nostre autorità per far scender almeno alcun nuclei familiari con donne e bambini che però non volevano essere separati dagli uomini, la nave Alan Kurdi ha invertito la rotta e da Lampedusa ora si sta dirigendo verso Malta. L'intenzione della Ong ora è quella di chiedere di poter sbarcare al governo locale. "Malta è il rifugio più vicino e la nave ha bisogno di protezione dalle intemperie, acqua potabile e possibilmente cibo" hanno spiegato dalla Ong. In effetti dal recupero dei migranti, giorni fa, la Alan Kurdi è rimasta sempre in mare e non ha ricevuto alcun rifornimento di alcun tipo. In un altro tweet la stessa Ong si è rivolta direttamente a Joseph Muscat, primo ministro maltese, chiedendogli di intervenire per mettere  fine alla interminabile traversata della nave. "Abbiamo bisogno del tuo aiuto ora" e l'accorato appello di Sea Eye.

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