Migranti, il racconto choc del sindaco: “Erano viola in faccia. Ci imploravano di salvarli”
"Quello che tocca il cuore e te lo dilania sono le urla di quelle madri che chiedevano aiuto per i loro bambini, uno di tre mesi, uno di un anno, un altro di due. Ci imploravano di salvarli da un
freddo che tagliava le ossa, erano tutti bagnati sotto la pioggia, alcuni erano viola in faccia". È un racconto drammatico quello di Gino Murgi, sindaco di Torre Melissa nel crotonese, in Calabria, dove questa mattina intorno alle 3.45 sono sbarcati 51 migranti. Urla disperate, di quelle che ti svegliano all’alba e ti fanno sobbalzare dal letto. Non c’hanno pensato due volte i gestori dell’Hotel Miramare ad aprire le porte della loro struttura quando si sono accorti che in acqua c’erano delle persone che avevano bisogno di aiuto.
Cinquantuno migranti, tra cui un disperso, tutti di nazionalità curda che viaggiavano su un barcone di fortuna, ammassati l’uno sull’altro. Donne, uomini e bambini che hanno resistito al gelo e al maltempo di questi giorni. Due di loro erano finiti in acqua, ma solo uno è stato ritrovato dalla task force che si è subito attivata. Nel tratto di mare interessato ci sono ancora i mezzi della Capitaneria di Porto di Crotone coordinata dal comandante Giovanni Greco. Le ricerche sono estese anche a terra nel tratto di spiaggia tra Strongoli e Cirò Marina, ma al momento non ci sono sviluppi.
"Nonostante l’intervento immediato di istituzioni, forze dell’ordine, Croce Rossa e Protezione civile, pensiamo che ci sia un disperso perché abbiamo sentito delle urla poco lontano dal barcone e poi più nulla. Un orrore a cui hanno assistito anche quattro bambini e cinque donne", spiega Murgi, che assieme ai suoi concittadini ha prestato primo soccorso ai migranti. "Sono stato avvisato immediatamente dai gestori dell’Hotel Miramare che si trova proprio di fronte la spiaggia in cui è avvenuto lo sbarco. In cinque minuti sono arrivato sul posto e ho visto che la struttura era già stata allestita per l’accoglienza: le stufe erano accese e c’era chi stava preparando asciugamani, phon e qualcosa di caldo", dice ancora.
Arrivato in spiaggia il sindaco si rende conto della drammaticità della situazione. "Dopo aver allertato la Capitaneria abbiamo messo in acqua uno di quei mezzi di salvataggio che utilizzano i bagnini durante l’estate, perché non c’era tempo da perdere. Ci hanno aiutato due ragazzi curdi che erano arrivati a nuoto e poi con l’aiuto di una corda, siamo riusciti a portare il barcone a riva", continua Murgi. Coperte, tè caldo, assistenza psicologica, primo soccorso medico, la catena di solidarietà è partita subito. "È stato bello vedere gente che si toglieva il giubbotto per darlo a chi aveva freddo, c’è stata una risposta di umanità. Al di là dell’ideologia, delle nazionalità, l’uomo è capace di fare ancora del bene e sono contento che i soccorsi hanno funzionato", dice ancora.
I minori con le mamme sono stati portati in ospedale perché disidrati, il resto dei migranti è attualmente al Cara di Isola Capo Rizzuto dove sono in corso le operazioni di identificazione. Forse si è riusciti ad assicurare i presunti scafisti alla giustizia: sarebbero due uomini di nazionalità russa. "Attualmente in caserma ci sono queste due persone che avevano chiesto una stanza in un hotel vicino a dove è avvenuto lo sbarco. Il portiere si è reso conto che qualcosa non andava nei loro documenti mancanti di visto regolare. In più erano tutti bagnati, così insospettito ha avvertito le forze dell’ordine".