Migranti, due naufragi a Lampedusa, morti un bimbo di due anni e una donna, almeno 30 dispersi
A Lampedusa è strage di migranti. Il bilancio dei due ultimi naufragi al largo di Lampedusa è pesantissimo: 2 cadaveri recuperati, un bambino di circa 2 anni e una donna, 57 migranti salvati e almeno 30 dispersi. Le operazioni di soccorso sono state effettuate dalle motovedette della Guardia Costiera. I due barchini, affondati nelle ultime 24 ore, sarebbero partiti da Sfax, in Tunisia.
"Chi li ha lasciati o costretti a partire con questo mare è un pazzo criminale senza scrupoli. Si prevede mare mosso ancora per i prossimi giorni. Speriamo si fermino. È una mattanza con questo mare", ha detto il questore di Agrigento Emanuele Ricifari.
Dopo lo sbarco sull'isola, nella tarda serata di ieri, di 57 migranti e i due cadaveri e della donna e del bambino, ripescati dalle motovedette della Guardia costiera, i mediatori dell'Oim, sentendo i superstiti, sono riusciti a ricostruire che le barche colate a picco sarebbero appunto due. La prima barca aveva a bordo 48 migranti, 45 dei quali sono stati salvati. Stando ai loro racconti, vi sarebbero 3 dispersi. Sul secondo natante c'erano invece 42 subsahariani, 14 dei quali recuperati. I dispersi dovrebbero essere circa una trentina.
Secondo le ricostruzioni, la prima carretta con 48 persone, partita da Sfax, sarebbe affondata un paio d'ore prima rispetto a quando i militari della Guardia costiera hanno intercettato, a circa 23 miglia Sud-Ovest da Lampedusa, le persone in mare. I superstiti hanno parlato di tre dispersi: una donna e due uomini.
I 14 naufraghi della seconda imbarcazione, anch'essa salpata da Sfax giovedì scorso, hanno sostenuto di essere partiti in 42. All'appello mancherebbero dunque altre 28 persone. Gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Agrigento oggi cercheranno di sentire nuovamente i sopravvissuti, 47 uomini e 10 donne, tutti sotto shock, per cercare di capire cosa sia accaduto.
Durante la notte, dopo che al molo Favarolo sono sbarcati i 57 naufraghi e i due cadaveri, le salme del bambino di un anno e mezzo e della donna, entrambi ivoriani, sono state trasferite alla camera mortuaria del cimitero di Cala Pisana.
Migranti bloccati sugli scogli dopo il naufragio: tutti salvi
Le condizioni del mare nel Canale di Sicilia, a causa del forte vento di maestrale, sono proibitive. Ieri un barchino con 34 migranti si è schiantato sulla scogliera di Ponente, un costone roccioso alto oltre cento metri, e i naufraghi sono rimasti bloccati sugli scogli perché le motovedette della guardia Costiera non sono riuscite a recuperarli a causa del mare in tempesta. Le forti raffiche di vento, che hanno raggiunto anche 30 nodi, hanno impedito anche l'intervento di un elicottero per imbracarli e sollevarli fino alla cima della rupe alta circa 140 metri. Le motovedette della Capitaneria di porto, già dalla tarda serata di venerdì e per tutta la giornata di ieri, sono rimaste nelle acque antistanti all'insenatura per monitorare il gruppo di naufraghi, tutti adulti, ai quali sono stati forniti viveri, bottigliette d'acqua e coperte termiche.
Il Soccorso alpino e speleologico siciliano e l'82esimo Csar dell'Aeronautica militare, insieme ai vigili del fuoco, sono riusciti finalmente a completare le operazioni di salvataggio dei 34 migranti.
Due tecnici di elisoccorso si sono imbarcati all'aeroporto di Birgi su un elicottero HH 139B dell'82° centro Csar, che in pochi minuti ha raggiunto l'isola delle Pelagie. Il velivolo ha fatto una brevissima sosta per lasciare materiale tecnico imbarcato nel caso di un intervento più complesso anche via terra e avere più spazio a bordo. Quindi è iniziata la vera e propria operazione di recupero. I tecnici del Sass e dell'Aeronautica, insieme ai vigili del fuoco, si sono calati col verricello e hanno imbarcato tutti i 34 migranti, che sono stati portati all'aeroporto di Lampedusa. Tre le donne portate al Poliambulatorio, ma nessuna è in gravi condizioni.
A coordinare le operazioni di salvataggio è stata la Questura di Agrigento, con un funzionario presente sul posto: il vice questore Cesare Castelli. Trentuno naufraghi, dopo un primo triage sanitario, sono stati già accompagnati all'hotspot di contrada Imbriacola. Lì verranno portate anche le tre donne non appena dimesse dal pronto soccorso. Lo sforzo dei soccorritori è stato grande perché sull'isola il vento di maestrale non si è mai placato. I profughi hanno detto di essere originari da Burkina Faso, Camerun, Costa d'Avorio, Guinea, Mali, Nigeria e di essere partiti da Sfax giovedì notte.