Migranti, decine di morti nel Mediterraneo e centinaia di persone sbarcate in poche ore
Non si fermano i naufragi nel Mediterraneo. Le partenze sono tornate ad aumentare, per via del miglioramento delle condizioni meteo. Lampedusa è di nuovo fortemente sotto pressione – non che l'emergenza lì sia mai finita – e si moltiplicano gli sbarchi e, allo stesso tempo, le storie di chi non ce la fa. Sono almeno venti le persone annegate durante il naufragio di ieri, dove è intervenuta la Ong tedesca ResQship con la nave umanitaria Nadir, salvando 22 persone e due corpi senza vita.
"Almeno altre 23 tombe di persone innocenti nel cimitero europeo che è il mar Mediterraneo – scrive l'Ong sui social – Questa è una tragedia indicibile che avrebbe potuto, e dovuto, essere prevenuta con un approccio umanitario alla migrazione invece che con il filo spinato dei confini europei". E ancora: "Alla perdita di vite umane si aggiunge il profondo trauma che i sopravvissuti dovranno sopportare per il resto della propria vita. Continueremo a combattere in solidarietà e pregheremo affinché un giorno la nostra organizzazione e l'intera flotta civile non siano più necessarie".
I superstiti, sentiti dalla Polizia a Lampedusa, hanno parlato di 18 dispersi. Ovviamente quando si parla di dispersi durante un naufragio avvenuto giorni prima, si sa che – salvo miracoli – si parla di vittime. Fra i superstiti, sbarcati sull'isola siciliana, ci sono anche nove donne. Tutti sono originari di Costa d'Avorio, Guinea, Camerun e Senegal: hanno riferito di essere salpati alle 3 di ieri da Sfax, pagando tremila dinari tunisini e viaggiando su un barchino in ferro di 7 metri. Nel frattempo a Lampedusa la situazione continua a essere critica: nelle ultime 24 ore sono sbarcate 679 persone. E questo dato è fermo a mezzogiorno di oggi. Gli arrivi sono continuati anche nel pomeriggio. Nell'hotspot ci sono quasi 1.500 persone. Nessuna risposta è arrivata al richiamo di Alarm Phone, che parla da ore di un barcone in avaria con 400 migranti a bordo.