Migranti, 500 persone a rischio naufragio, Geo Barents le raggiunge ma riesce a soccorrerne solo 230
Ci sono ancora più di 250 persone in mare che rischiano di annegare. La nave Ong Geo Barents ha raggiunto il barcone che era stato segnalato ieri da Alarm Phone, che bordo portava circa 500 persone. Le operazioni di soccorso sono iniziate, ma al momento risulta che la nave sia riuscita a portare a bordo circa 230 persone, tra cui alcune donne e bambini. A causa delle pessime condizioni meteo non è ancora riuscita a soccorrere gli altri, anche perché un intervento sbagliato potrebbe mettere in pericolo la vita dei naufraghi. Dalle 4 di questa mattina comunque l'imbarcazione, che si trova nella zona Sar di Malta, è visibile dal ponte della Geo Barents.
Il barcone era sovraccarico e i migranti ancora a bordo potrebbero annegare anche a causa delle raffiche di vento di oltre 40 nodi e delle onde alte. La Valletta ha assunto il coordinamento delle operazioni, ma non a lungo non è stato possibile avvicinarsi troppo al natante, perché c'era il pericolo concreto che si ribaltasse.
"Il soccorso dell'imbarcazione segnalata da Alarm Phone è ancora in corso e resta delicato per via delle avverse condizioni meteo", ha fatto sapere Msf, che questa mattina aveva sottolineato: "In questo momento non è possibile effettuare il soccorso senza compromettere la sicurezza dei superstiti, nonché quella dei soccorritori e soccorritrici di Msf".
Durante la notte a ‘ombreggiare' l'imbarcazione sono giunti anche due mercantili. "Chiediamo alle autorità di mobilitare sufficienti risorse di soccorso senza ulteriori indugi", ha scritto Alarm Phone, in contatto con i naufraghi. "Abbiamo consigliato loro di mantenere la calma perché qualsiasi salvataggio a causa del maltempo richiede tempo".
"Occorre non criminalizzare la povertà, occorre che l'Europa affronti seriamente il problema dell'immigrazione e che l'Italia continui a fare la sua parte nell'accogliere", è l'appello di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, all'Ansa. "Ma bisogna urgentemente – ha aggiunto – trovare la modalità di affrontare questo nodo perché non si può continuare a respingere, non si può criminalizzare di fatto le ong".
"Abbiamo il dovere di chiederci che cosa fare, non di rincorrere i problemi ma di trovare delle soluzioni che aiutino, per chi è possibile nei propri contesti, per chi non è possibile trovare il modo di accoglierli in altri contesti. L'Italia è sempre stata molto generosa. È l'Europa nel suo insieme che deve fare questa grande riflessione", ha spiegato don Ciotti, arrivato ad Aosta, su invito della presidente di Libera Vda, Donatella Corti, per incontrare alcune classi che non hanno potuto partecipare per motivi organizzativi alla Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, il 21 marzo scorso a Milano.
"Bisogna sentire – ha sottolineato ancora don Luigi Ciotti – che abbiamo il dovere di accogliere, salvare le vite. E che ci vuole una volontà politica internazionale per affrontare questo problema dell'immigrazione, che è un problema non emergenziale, ma è un problema che dura da tempo e che andrà davanti. Perché aumenterà il numero delle persone cha lasceranno la loro terra per eventi atmosferici ma anche per i conflitti e le guerre. Ci sono 59 guerre in atto sulla faccia del pianeta e milioni di persone che non sanno dove sbattere la testa. Fuggono – ha sottolineato – dalla violenza, dalla povertà, dalle crisi ambientali, dai conflitti".
Ocean Viking arrivata a Salerno
Intanto la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee è arrivata a Salerno, il porto che le è stato assegnato dalle autorità italiane, dopo che l'imbarcazione umanitaria ha salvato sabato pomeriggio 92 persone, che si trovavano su un gommone sgonfio in acque internazionali al largo della Libia. Il Pos indicato distava 880 chilometri dall'area delle operazioni. La nave ha attraccato al molo 22 dello scalo commerciale salernitano. Tra le 92 persone, ci sono 47 minori non accompagnati, oltre a 9 donne.
"Sono esausti e alcuni presentano ustioni da carburante", aveva spiegato l'ong dopo il salvataggio. "I sopravvissuti stanno cercando di riprendersi sul ponte, tra venti forti e pioggia", spiegano i soccorritori. Tra loro c'è Amadou, 17 anni, uno dei tanti minori che hanno affrontato il viaggio da soli. "Sono arrivato in Libia a 12 anni dopo che i miei genitori hanno divorziato – ha raccontato al team di Ocean Viking -. Non c'è posto per me a casa in Guinea Conakry". Per quattro volte Amadou ha tentato di raggiungere l'Italia e per tre volte è stato catturato e riportato nei centri di detenzione.