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Migranti, 4 arresti a Imperia: “Frattaglie e polmoni nel cibo perché costano meno del pollo”

Truffa milionaria ai danni dello Stato: con questa accusa sono state arrestate dalla Guardia di Finanza 4 persone, e altre 10 risultano indagate a piede libero, per la gestione illecita di due centri di accoglienza migranti situati in provincia di Imperia. Per risparmiare “trattavano i profughi come bestie, davano loro da mangiare polmoni e frattaglie”. Salvini: “Tolleranza zero per i furbetti dell’accoglienza”.
A cura di Ida Artiaco
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"Trattati come animali. Chi provava a ribellarsi veniva picchiato e umiliato". Il procuratore aggiunto di Imperia, Grazia Pradella, non usa mezzi termini per descrivere le inaccettabili condizioni fisiche e psichiche in cui erano costretti a vivere i 140 migranti in attesa di protezione ospitati in due centri di accoglienza straordinari in provincia di Imperia, uno a Sanremo e l'altro a Vallecrosia, entrambi gestiti da una cooperativa piemontese, Caribù, i cui 4 responsabili sono stati arrestati questa mattina nell'ambito dell'operazione "Patroclo", condotta dalla Guardia di Finanza della città ligure, che ha smantellato una vera e propria organizzazione a delinquere. Sono state pertanto emesse quattro misure cautelari personali e di beni. I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e riciclaggio. Una decina sono invece gli indagati a piede libero. Tra questi c'è anche una ex funzionaria della prefettura di Imperia.

Le indagini: "Profughi come bestie. Polmoni e frattaglie nel loro cibo"

Ciò che le indagini, iniziate nel 2017, hanno portato alla luce è stato definito sconvolgente, portando le fiamme gialle ad accertare l'appropriazione dei fondi erogati dalla Prefettura per la gestione quotidiana dei profughi. "Abbiamo delle intercettazioni dove si disquisisce sul tipo di cibo da dare e viene deciso di dare polmone e frattaglie per ottimizzare i costi: un tipo di cibo che probabilmente le persone non danno neppure ai loro gatti e costa meno del pollo – ha detto procuratore aggiunto Grazia Pradella, titolare delle indagini -. Chi provava a ribellarsi, di questo abbiamo la prova in un'intercettazione, è stato picchiato e umiliato". La guardia di finanza ha quantificato in 1 milione e 300mila euro, su un importo complessivo di un milione e 700mila euro di fondi pubblici erogati, la frode perpetrata dagli indagati. Quest'ultima si basava sulla comunicazione quotidiana di un numero maggiore di migranti presenti nei centri rispetto a quello reale e alla sovrafatturazione di costi solo parzialmente affrontati per erogare ai migranti stessi i servizi previsti in base all'appalto pubblico.

In manette sono finiti, nello specifico, Gianni Morra, 62 anni, residente a Cuneo, considerato il personaggio chiave dell’organizzazione; la sua compagna Manuela De Mita, 48 anni, di Asti; Guido Tabasso, 67 anni, avvocato di Torino, col ruolo di consulente e Antonella Morra, 58 anni, residente a Cuneo e sorella di Gianni. Mentre per i primi tre l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata, a vario titolo alla truffa e alla frode e altri reati, per quest'ultima l'accusa in concorso è quella di autoriciclaggio. "Le indagini sono partite a pochi mesi dall’inizio della condotta truffaldina – ha commentato il colonnello Alfonso Ghilardini, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Imperia –. Quindi con repentinità siamo riusciti a intercettare questa attività criminale e a fermarla e soprattutto a recuperare poi i soldi sottratti alla comunità

Le intercettazioni: "Il polmone costa meno del pollo"

"Il polmone costa un euro, un euro e mezzo al chilo? costa niente?". "Non pensavo lo mangiassero!". "No, no! Lo mangiano il polmone? cuore, polmone, quella roba li'? costa poco, costa meno del pollo?". Sono questi i contenuti di una delle tante intercettazioni telefoniche della Procura di Imperia, nell'ambito dell'operazione "Patroclo", che ha permesso di sgominare una frode nella gestione dei migranti, con la cooperativa sociale Caribù accusata di appropriarsi fino al 70% dei contributi statali destinati alla gestione dei migranti. La telefonata risale al 29 dicembre del 2017, tra Gianni Morra e la sorella Antonella. "Centoventi (migranti) per 30 vuol dire che fanno 3.600 euro al giorno per 31 giorni sono 111 mila euro al mese?" dice Morra in diverse conversazioni telefoniche "Bon, quindi fa gia' una bella cifra, eh?… Sì, diciamo che poi hai le spese per i pasti, per queste cose qua? però? Cinquan? cinquanta e cinquanta!".

C'è, poi, una telefonata del 29 marzo 2018 tra Gianni Morra e la fidanzata Emanuela De Mita. "… Allora eeh, sia su Ubi che su San Paolo i soldi sono già arrivati", dice Gianni e risponde la fidanzata: "Sì, girali, girali! quanti sono arrivati?". Replica Gianni: "Venticinque da una parte e venticinque dall'altra". Ancora, il 9 febbraio 2018 l'avvocato torinese Guido Tabasso chiede a Gianni Morra: "Vanno bene?". L'altro risponde: "Nella riunione, io seduto e loro tutti in piedi. A un certo punto dico ‘questa è una famiglia', qua e là, su e giù. Esce fuori uno con il dito puntato (riferito a un migrante, ndr) e mi dice: ‘il business è tuo, guadagni te i soldi' [?]. L'ho preso per i capelli, gli ho tirato un calcio nelle giunture delle gambe, si è inginocchiato da solo?". Ancora Morra: "Stava andando via questo qua e altri due un pò schiena', vieni un po' qua! Vai a cambiarti va! che adesso ti faccio diventare bianco, dai il bianco ai muri!".

Frode gestione migranti, Salvini: "Tolleranza zero"

Sulla vicenda della truffa milionaria ai danni dello Stato da parte della coop che gestiva i centri di accoglienza dei richiedenti asilo è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che sulla propria pagina Facebook ha scritto: "Arrestate quattro persone che, facendo business sulla pelle degli immigrati, si erano intascate 1,3 milioni di euro. Altro che solidarietà. Complimenti alla Guardia di Finanza e alla magistratura per l'operazione. Tolleranza zero per i furbetti dell'accoglienza. Avanti così".

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