Migranti, 27 tratti in salvo da Medici Senza Frontiere nel Mediterraneo: tra loro molti bambini
È stato ultimato nella notte dal team di soccorritori dell'ONG Medici Senza Frontiere il salvataggio di 27 migranti che erano in viaggio verso l'Europa su una piccola imbarcazione. L'intervento è stato effettuato nella zona Sar maltese in seguito alla segnalazione di Alarm Phone. "Ci sono molti bambini piccoli in questo gruppo che non avrebbero mai dovuto affrontare questo calvario", spiega la ong che gestisce la nave ‘Geo Barents', dove ora si trovano circa 380 persone, tutte provenienti dalla Libia e molte recanti segni di violenza sui corpi.
Sono più di 700 in totale le persone che sono state tratte in salvo nelle ultime ore nel Mar Mediterraneo ma non hanno ancora trovato un porto in cui sbarcare ed essere dignitosamente curate ed accolte. I migranti si trovano su tre navi delle Ong che stanno intervenendo nel Mediterraneo centrale. In più di 380 sono a bordo della Geo Barents di Medici Senza Frontiere, mentre altri 114 uomini, donne e bambini si trovano sulla Ocean Viking di Sos Mediterranee Altri 216 invece sono a bordo della Sea-Eye4. Nel frattempo ieri la guardia costiera greca ha fatto sapere che 12 persone, tutte presumibilmente di origine irachena, sono state tratte in salvo mentre erano in viaggio su un gommone probabilmente salpato dalla Turchia e diretto in Italia. I corpi di tre uomini non identificati sono stati recuperati in mare. I superstiti hanno riferito di essere stati su una barca più grande che ha imbarcato acqua ed è affondata durante la notte con circa 50 profughi a bordo.
OIM: "Almeno 1.508 migranti morti nel 2021 nel Mediterraneo"
Secondo Flavio di Giacomo, portavoce dell'Oim per il Mediterraneo, nell'ultimo fine settimana sono 163 i migranti che "hanno perso la vita al largo della Libia". Di questi 102 dispersi al largo di Surman e 61 cadaveri recuperati al largo di Sabratha. Sono almeno 1.508, spiega l'Organizzazione internazionale delle migrazioni, le persone morte nel 2021 lungo la rotta del Mediterraneo Centrale, "la più pericolosa nel mondo".