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Migliaia di supplenti della scuola pubblica da mesi senza stipendio

La denuncia dell’associazione dei docenti Anief: “C’è anche chi aspetta lo stipendio da febbraio”
A cura di Antonio Palma
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Migliaia di docenti precari della scuola pubblica chiamati a sostituire i loro colleghi assenti sono da mesi senza stipendio costretti a pagarsi da soli trasferte e pernottanti senza retribuzione. È quanto denuncia l'Anief, l'associazione dei professori, che parla di situazione inaccettabile. "C'è anche chi aspetta lo stipendio da febbraio" ha spiegato il presidente dell'Associazione nazionale insegnanti e formatori, Marcello Pacifico, ricordano che la situazione peggiore è per i cosiddetti supplenti brevi, cioè quei docenti precari che non vengono incaricati dal ministero dell'istruzione ma direttamente dai dirigenti scolastici per sostituire il personale di ruolo. Supplenze però che poso durare anche mesi come quelle che riguardano insegnanti in interdizione e astensione obbligatoria per maternità. "Il mancato pagamento, in diversi casi a partire dallo scorso febbraio, è particolarmente grave perché spesso i docenti e Ata della scuola che subentrano debbono affrontare lunghi viaggi e spese di pernottamento per assolvere l’impegno lavorativo" ribadiscono dall'Anief, aggiungendo: "Negare lo stipendio ai supplenti significa non solo minare la loro dignità e professionalità messa al servizio delle nuove generazioni, ma anche metterli in seria difficoltà economica".

"Il ritardo dei pagamenti dei docenti precari è inaccettabile"

"È paradossale che il disguido si manifesti proprio ora che le procedure dei pagamenti non sono più legate alla mancanza dei fondi di ogni singola scuola, ma sono diventate di competenza dell’amministrazione economica centrale" denuncia il sindacato dei docenti, ricordando che la procedura per i pagamenti "è interamente on line, con il Mef che carica gli stipendi sul Sicoge, il Sistema informatico di contabilità e gestione economica". "Non è tollerabile che la burocrazia prevalga sui lavoratori, i quali hanno tutti, di ruolo e precari, gli stessi diritti" ha spiegato Pacifici, concludendo: "Non bastava percepire le buste paga più leggere d'Europa, ora si aggiunge la beffa del suo pagamento ritardato sine die. E questo non possiamo accettarlo".

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