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“Migliaia di aziende metalmeccaniche riaprono lunedì”, allarme dei sindacati: “Lavoratori a rischio”

A lanciare l’allarme sono i sindacati confederali del Veneto sottolineando che senza i dovuti controlli sui luoghi di lavoro tutti i lavoratori rischiano essere contagiati dal coronavirus. Secondo i ripresentanti dei lavoratori, molte di queste aziende in realtà non hanno attività indispensabili ma puntano sul silenzio assenso delle istituzioni.
A cura di Antonio Palma
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"Eludendo il decreto che impone la sospensione delle attività non necessarie", migliaia di aziende del settore metalmeccanico si preparano a riaprire i battenti già dal prossimo lunedì 6 aprile. A lanciare l'allarme sono i sindacati confederali del Veneto sottolineando che senza i dovuti controlli sui luoghi di lavoro tutti i lavoratori rischiano essere contagiati dal coronavirus . "Denunciamo che oltre alle aziende metalmeccaniche che stanno già lavorando, dal prossimo lunedì alcune riprenderanno l’attività e molte si stanno preparando alla riapertura mandando comunicazione ai prefetti" scrivano infatti in una nota congiunta FIM CISL, FIOM-CGIL e UILM UIL, sottolineando che "Sui tavoli delle prefetture sono arrivate più di 14.000 comunicazioni di proroga, di cui moltissime di queste metalmeccaniche, che significa centinaia di migliaia di lavoratori comandati al lavoro già da lunedì 6 aprile"

Secondo i ripresentanti dei lavoratori, molte di queste aziende in realtà non hanno attività indispensabili ma puntano sul silenzio assenso delle istituzioni durate l'emergenza coronavirus. Si tratta di "aziende che pur non avendo attività previste dai Codice Ateco, definiti dal Governo con Cgil, Cisi Uil lo scorso 25 marzo, inviano la comunicazione di ripresa dell’attività al Prefetto godendo del silenzio assenso previsto nel DCPM ed in molti casi senza aver coinvolto le organizzazioni sindacali aziendali, come previsto dal Protocollo anticontagio del 14 marzo condiviso dagli stessi imprenditori".

"Siamo di fronte ad un evidente aggiramento del decreto di sospensione delle attività, in assoluto spregio della salute pubblica" raggiungono i sindacati, avvertendo di essere pronti a iniziative di mobilitazione che riterranno opportune. "Facciamo notare che in cassa integrazione i lavoratori avranno una consistente riduzione di salario ma la condizione primaria è che nessuna persona sia esposta a rischi. È evidente a tutti che la ripresa dell’attività lavorativa potrà avvenire in tempi più rapidi, se, le occasioni di contagio si ridurranno al minimo" concludono sindacati.

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